“Senza scarpe”: Mario Casella racconta Roberto Donetta
Roberto Donetta (1865-1932) vissuto nella miseria contadina delle montagne ticinesi diventò famoso negli anni ’70 del Novecento, grazie al ritrovamento di cinquemila lastre fotografiche che realizzò in circa trent’anni, oltre a circa trecento pagine manoscritte in cui l’estroverso bleniese aveva annotato le sue riflessioni e gli scritti letterari e scientifici che più lo avevano colpito. Un uomo che lavorava la terra ogni giorno che ha celato per tutta la vita un vero e proprio tesoro dai cui scritti emerge in maniera portentosa e inusuale la sua diversità nel contesto rurale in cui ha vissuto. Un caparbio montanaro, un artista fenomenale che lì tra le sue montagne, come scrisse in una delle ultime lettere a Saulle, “l’unica risorsa in cui si può e si deve credere è la terra. Solo quella può garantire da mangiare ogni giorno”.
“Senza scarpe” (Gabriele Capelli Editore, pp. 184, euro 18) è il romanzo biografico di Mario Casella, in cui la vita di Roberto Donetta, il suo lavoro di fotografo e soprattutto di contadino ed emigrante in Italia e in Inghilterra, lo hanno reso celebre postumo, a distanza di decenni dalla sua scomparsa. La ricostruzione di Mario Casella è impeccabile, frutto di un approfondito e scrupoloso lavoro di ricerca sugli scritti lasciati da Donetta ritrovati per caso in stato di totale abbandono. Lettere scambiate con i familiari, libri, scritti e stralci e tante fotografie che ridipingono un affresco di vita conflittuale vissuta intensamente tra tanto lavoro per la terra e una costante ricerca di alternative creative e artistiche, in cui Donetta ha dato sfogo insieme a tutta la sua grande immaginazione.
Come afferma l’autore, “Robertòn (com’era soprannominato Donetta) ha lasciato degli scritti di sensibilità rara per un uomo costretto a vivere di lavoro nei boschi e di mille espedienti. Nella sua complessità, fatta di grande talento ma anche di un carattere difficile che lo portò all’abbandono da parte dei suoi familiari, la storia di Donetta è un patrimonio assolutamente prezioso”. E aggiungiamo noi, da condividere, ricordare e trasmettere a chi di curiosità e creatività non eccelle nel suo vivere quotidiano.
Salvatore Di Noia