Senza mai, “PPP. Profeta Corsaro” apre la stagione del Teatro Sociale di Trento
Uno spettro si aggira per i palcoscenici del 2022: lo spettro del centesimo anniversario, il fascino della cifra tonda che ci sottrae, anche soltanto per un momento, al quotidiano e disordinato accadere degli eventi. Pier Paolo Pasolini, nato a Bologna il 5 marzo, compie un secolo. La sua vita offre la più chiara e sofferta testimonianza di un’epoca in cui, per usare le parole di un coevo, senza mai essere formulata, ha avuto origine una nuova ideologia destinata a dire chi fosse colpevole e a provvedere alla sua eliminazione (Dominique Fernandez, “Nella mano dell’angelo”).
Apprezzabile, dunque, l’impegno profuso da Teatro Stabile di Bolzano e Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, in collaborazione con Centro servizi culturali Santa Chiara di Trento per rendere omaggio al poeta in apertura di stagione. Il sipario del Teatro Sociale di Trento si è alzato giovedì 27 ottobre, presentando ad un pubblico numeroso e anagraficamente eterogeneo PPP. PROFETA CORSARO per la regia di Leo Muscato – che insieme a Laura Perini firma anche la drammaturgia – e la direzione di Marco Angius.
Un flusso equilibrato di parole, note e immagini, attingendo soprattutto da Lettere luterane e Scritti corsari; quattro attori e un’attrice (Marco Brinzi, Alex Cendron, Milutin Dapcevic, Gianluca Pantosti, Maria Pilar Perez Aspa) danno voce ad altrettanti Pasolini, trasportati e sospinti sia dall’orchestra (brani di J.S. Bach, S. Barber, Ch. Ives, A. Pärt) sia da spezzoni di film, grazie ad un allestimento in cui si fondono prosa, musica sinfonica e proiezione video.
Un progetto così ricco ha il pregio di invogliare anche lo spettatore meno esperto, ma ha anche il grosso limite della narrazione istituzionale: viene, per così dire, scolpito un monumento all’intellettuale “scomodo” senza mai renderlo davvero scomodo, si normalizza la sua “diversità” senza mai addentrarsi in quel regno di corpi e di desideri, si evidenziano le contraddizioni – tra la vita di poeta e di uomo borghese, tra il mondo degli intellettuali e quello delle borgate, tra omosessualità e politica – senza mai dare propriamente fuoco alla miccia, cioè evitando di scatenare il potere tutt’oggi eversivo di tali contraddizioni. Un profeta, in conclusione, che come tanti altri profeti ha parlato a perdifiato a gente distratta o che, fingendo di non sentire, si è resa complice degli assassini.
Ultima osservazione, il progetto PPP. PROFETA CORSARO prevede anche una breve ma significativa rassegna cinematografica (Il Decameron, I racconti di Canterbury, Uccellacci e uccellini) organizzata dal Filmclub di Bolzano e di Merano, purtroppo limitata alle sale delle due città altoatesine.
Pier Paolo Chini