Sandro Veronesi torna con suo nuovo romanzo “Il colibrì”
“Dovrebbe essere noto – e invece non lo è – che il destino dei rapporti tra le persone viene deciso all’inizio, una volta per tutte, sempre, e che per sapere in anticipo come andranno a finire le cose basta guardare come sono cominciate.”
Lo scorso 24 ottobre è uscito il nuovo attesissimo romanzo di Sandro Veronesi, “Il colibrì” (La Nave di Teseo, 2019, pp. 368, euro 17), un intenso viaggio nella vita del protagonista, Marco Carrera, attraverso una cronologia dei fatti discontinua e molto coinvolgente.
Marco Carrera è il colibrì del titolo, il soprannome datogli da sua madre da bambino perché non cresceva, ma colibrì anche, ironicamente, in riferimento alla capacità di questo uccellino di restare fermo in volo, che in parallelismo a Marco Carrera corrisponde al suo saper restare immobile mentre la vita gli scorre sotto i piedi. Così viene più volte chiamato e così gli viene detto in più occasioni, un po’ con rammarico e un po’ con invidia forse, perché questa immobilità forse è stata la sua salvezza davanti alle tragedie che gli sono capitate.
La narrazione in terza persona mostra Marco Carrera da ogni lato, lo descrive con distacco, ma senza giudicarlo, in una visione che permette al lettore di stargli vicino allo stesso modo tra le vicissitudini prorompenti e tutt’altro che gioiose che la sua vita affronta: al protagonista non viene risparmiato nulla, si trova a fronteggiare sventure di diversa entità, ma che segneranno la sua vita, ma lui va sempre avanti (o forse continua a restare immutabilmente fermo), non si fa scalfire, mai, neanche quando viene colpito, steso al suolo. Marco Carrera non conosce fallimento in questa sua immobilità, nonostante tutto risulta vincente da ogni sventura.
“Il fatto è che dietro al movimento è facile capire che c’è un motivo, mentre è più difficile capire che ce n’è uno anche dietro l’immobilità. Ma questo è perché il nostro tempo ha conferito via via sempre più valore al cambiamento, anche a quello fine a se stesso, e il cambiamento è quello che vogliono tutti. Così, non c’è niente da fare, alla fine chi si muove è coraggioso e chi resta fermo è pavido, chi cambia è illuminato e chi non cambia è un ottuso. È ciò che ha deciso il nostro tempo.”
Sandro Veronesi regala ai lettori un romanzo bellissimo e prezioso, la vita di uomo da mettere insieme come i pezzi di un puzzle grazie ai salti cronologici, perfetti e funzionali, che inducono il lettore a non mollare, a farsi sempre più partecipe, pagina dopo pagina, fino alla fine, quando il quadro risulta finalmente completo. Anche se ci sono voluti cinque anni, Sandro Veronesi non delude, l’attesa è valsa la pena e, come detto durante la presentazione del libro a Milano, il libro è spesso, ma ogni pagina è necessaria, non poteva essere più corto, non poteva essere altrimenti. E, da lettrice, non posso che condividere e confermare in pieno.
“Ubi nihil vales, ibi nihil velis.” Arnold Geulincx
Roberta Usardi
* trad. “dove nulla vali, nulla puoi volere.”