#SalToEXTRA – Lorenzo Flabbi e Annie Ernaux su Fahrenheit Rai Radio 3
Nel ventennale dell’AutoreInvisibile, il ciclo di incontri sulla traduzione, curato da Ilide Carmignani dedica uno spazio ad Annie Ernaux – in diretta da Fahrenheit – Rai Radio 3 -che dialoga con il suo traduttore ed editore italiano Lorenzo Flabbi de L’Orma Editore, in occasione dell’uscita del suo settimo libro in Italia “L’evento”.
Un incontro profondo e lacerante, moderato dall’acutezza di Marino Sinibaldi, che subito ci fa notare che a maneggiare questo evento – importante e determinante nella vita di una donna – è stato ed è un uomo, Lorenzo Flabbi appunto. Tradurre è sempre una sfida intellettuale ed etica enorme e lo è ancora di più se ci si trova davanti a una scrittura apparentemente meticolosa e dettagliata, in cui è costantemente presente l’ombra di un’assenza. Flabbi stesso sottolinea che con Annie Ernaux ci traviamo di fronte una scrittura esatta, senza orpelli, senza armonia o addirittura potremmo dire senza bellezza; semplicemente perché è tagliente, spietata e va riprodotta allo stesso modo anche in una lingua che non è quella originale.
Scritto nel 1999, “L’evento” parla dell’esperienza personale di una ragazza degli anni ’60 – l’autrice stessa – una giovane universitaria che deve affrontare tutti i cambiamenti, anche quelli drammatici, della sua vita. Fino a una notte in cui, sola compie una scelta. La scelta. Proiettandoci nella Rouen del 1963, ci racconta i passaggi di questo personale momento di vergogna, solitudine e paura, ricreando un contesto di verità, intorno a un episodio da nascondere, cancellare e da cui in qualche modo riuscire a fuggire. Scriverlo significa non solo rievocarlo, ma imprimerlo nelle coscienze, perché il vissuto dell’autrice non appartiene solo a lei ma a una intera generazione, e non solo. Ha un valore universale, che ci ingabbia e ci rende partecipi di un fallimento sociale a cui apparteniamo. (QUI la recensione)
Perché rielaborare un evento del genere dopo 35 anni?
Annie Ernaux racconta di quanto possa essere importante descrivere nei dettagli quella che all’interno di una vita può essere definita quasi una prova iniziatica. Sentire dentro di sé quasi il dovere e la responsabilità di far conoscere e portare avanti storie che sembrano dimenticate, solo per il semplice motivo che oggi quelle storie legate soprattutto alle donne, con la legalizzazione, sono diventate possibili. Come l’aborto.
Non c’è mai un interrogativo in questo racconto, non esistono domande perché è tutto già accaduto, perché si parla di ciò che è già realmente successo. Ma, allo stesso tempo, questa scrittura piatta diventa un susseguirsi di parole che si aprono al mondo, senza vergogna, in modo schietto e vivo e brutale allo stesso tempo. Annie Ernaux vuole guardare e farci guardare le cose fino in fondo, scrivendole e intrecciandole con la bellezza della letteratura e di quella vita, “… che a ripensarci oggi mi sento sopraffatta dal disgusto o dalla dolcezza”.
I suoi libri sono intrisi di forza morale e sociale, quasi una sorta di repulsione verso qualcosa che si è state costrette a subire. E allora, averla vissuta quell’esperienza crea quasi un obbligo a scriverne, “a rompere un silenzio imposto dalla dominazione maschile sul corpo delle donne” anche nelle semplici azioni quotidiane. Ma la scrittura, sottolinea Annie Ernaux, non sempre ha un fine terapeutico per se stessi, ma può racchiudere in sé quell’idea di capire cosa si può illustrare agli altri attraverso un’esperienza vissuta in prima persona. Ha l’essenza di un dono: l’immenso e coraggioso tentativo di rendere universale un’esperienza intima e individuale.
Marianna Zito