“s/Calvino – o della libertà”. Un monologo recitato da seduto al Teatro Carcano di Milano
Mario Perrotta, seduto su una sedia girevole al centro del palco, racconta in qualità di attore e autore la sua personale interpretazione di Calvino al Teatro Carcano di Milano, in “S/Calvino – o della libertà”. L’artista Premio Ubu 2022 per il Miglior Nuovo Testo Italiano ha dato il meglio di sé, realizzando uno spettacolo denso e complesso, forse un cavallo di battaglia nel Cartellone 2022/23 del Carcano.
Le opere di Calvino affrontate dall’attore e regista sono Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, Le cosmicomiche, Le città invisibili, Palomar e La giornata di uno scrutatore, tuttavia si tratta di un monologo estremamente complesso per quanto riguarda le tematiche trattate, ed è difficile, a mio parere, seguire lo spettacolo e cogliere i riferimenti letterari se non si possiede un solida conoscenza delle opere di Calvino. I titoli delle opere illustrate non vengono menzionati nel corso della recitazione, perciò Perrotta sfida il pubblico a riconoscere e analizzare i temi del monologo. L’opera tratta le emozioni e l’esistenza umana con profondità e singolarità, senza mai cadere nel banale, alternando il riso a momenti di riflessione più raccolta secondo le antiche leggi dell’umorismo occidentale.
Per tutta la durata dello spettacolo l’attore è seduto con le gambe rigide e leggermente divaricate, pertanto l’utilizzo del corpo nella recitazione è limitato. Diventa così essenziale l’utilizzo della voce, degli arti superiori, del busto e della mimica facciale, che hanno il compito di rompere la staticità della parte inferiore del corpo. La parziale immobilità del corpo rende inoltre la voce regina dello spettacolo, una profonda e burbera voce maschile per un uomo di mezza età che pronuncia verità immortali sulla condizione umana.
Nelle scenografie domina il metallo, il materiale di cui sono formati la sedia girevole, il microfono, il piano rialzato e degli abbaglianti riflettori che in alcuni momenti accecano il pubblico, forse con l’intento di provocare una leggera scossa di adrenalina. Si tratta di una soluzione minimalista che vuole esaltare la figura dell’attore posto al centro della scena. I costumi sono l’elemento più sgargiante: pantaloni e una maglietta verde mimetico e una coloratissima giacca di lustrini. Svolge un ruolo essenziale anche la musica, infatti Perrotta canta le canzoni più varie, forse per creare dei piacevoli intermezzi musicali che alterino il ritmo del monologo.
Per seguire lo spettacolo sarebbe opportuna una conoscenza di Calvino capillare e in quanto può essere complesso seguire un intero monologo pronunciato da seduti su tematiche così astratte..
Valeria Vite