“Rumore” è il nuovo singolo della band trevigiana Frammenti – L’intervista
Il 18 settembre è uscito per Matilde Dischi/Artist First “Rumore”, il nuovo singolo della band trevigiana Frammenti, nata nel 2016 dall’idea di quattro amici: Alex Michielin (voce, basso), Mauro Serafin (voce, percussioni), Francesco Da Ros (sintetizzatori e sequenze) e Antonio Cettolin (chitarra, voce). Abbiamo fatto qualche domanda alla band per andare più a fondo nella loro musica e nella loro storia.
Il vostro nuovo singolo “Rumore” è uscito da poco e vuole ricordare l’estate, i versi centrali dicono “non c’e niente che va solo che gente che fa rumore”, a cosa vi riferite?
Quei versi hanno un doppio significato, come tutto il brano del resto. In base al contesto immaginato possono riferirsi al baccano della routine quotidiana, il traffico che la mattina porta tutti a lavoro, gli urli in ufficio o in classe, le radio che trasmettono la solita musica; ma si riferiscono anche a quei momenti in cui dall’ombrellone vicino giungono le urla di bambini a interrompere il tuo relax, momenti che sembravano irritanti, ma che in ufficio ricordi con piacevole nostalgia.
Girerete il video di “Rumore”?
Il videoclip è stato girato a nostra insaputa. Non pensavamo di produrne uno, poi è successa una cosa che ha un po’ cambiato i piani. Tantissime persone hanno ricondiviso su Instagram la nostra canzone legandola a un bel momento della loro estate, abbiamo così pensato di legare insieme tutti questi ricordi per farne un video unico, fatto da tanti registi e tanti protagonisti diversi.
Siete quattro amici che hanno formato una band, come si svolge il vostro processo compositivo, considerando che ci sono ben tre voci diverse?
Siamo quattro amici, lo siamo diventati suonando, molti ci dicevano non sarebbe stata una mossa vincente, che sarebbe stato un ostacolo nel prendere le scelte giuste, ma noi non abbiamo ancora capito cosa s’intenda in musica per “scelte giuste”. Per noi l’unica scelta giusta è quella che ci ha legato, la necessità di supporto per l’espressione della propria arte. Il processo compositivo cambia negli anni, come cambia il nostro rapporto, la cosa che non cambia è che non pubblichiamo niente su cui non sia intervenuto nessuno di noi quattro. Scriviamo e componiamo a quattro mani, tutto viene rimaneggiato, pasticciato e ripulito finché non mette in pace tutti. Spesso litighiamo, minacciamo di scioglierci, a volte piangiamo perché una parola sostituisca un’altra o per le frequenze che deve avere un suono. Fortunatamente siamo amici e tutto si risolve in democrazia: l’ultimo che si addormenta decide per tutti.
Come mai avete scelto Frammenti come nome?
Siamo stati ispirati dalle collezioni di scritti dispersi da antichi autori, come i Frammenti di Novalis o Catullo. Anche noi vorremmo che un giorno qualche editore raccolga frammenti di nostre registrazioni e ne componga un album che tramandi molti misteri sul nostro conto ai posteri.
Avete inciso una versione alternativa di “Con il nastro rosa”, da dove viene questa scelta?
Siamo stati ispirati da alcuni lavori di Cosmo su Bruno Lauzi e Lucio Battisti. È stato un periodo di studio per noi, che ci ha permesso di capire come fosse possibile conciliare tradizione e innovazione musicale. La storia della musica italiana è molto ricca e particolare, ma allo stesso tempo ha bisogno di non fossilizzarsi su stilemi noti; questo è anche il motivo per cui facciamo musica.
Nel 2018 avete pubblicato il vostro primo album “Istantanee” con nel 2019 la versione deluxe. Nel 2020 che istantanea di voi e della vostra musica vedete?
Una polaroid sfuocata ma ben esposta. È molto difficile immortalare in un’istantanea qualcosa in costante movimento come siamo ora, certamente però abbiamo imparato a controllare le nostre piccole illuminazioni con sguardo più critico.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Prossimamente vorremmo suonare molto, abbiamo preparato un live set che ci provoca molto piacere, speriamo di riuscire a condividere questa sensazione con altri. Se poi riusciamo a fare ordine potrebbe arrivare un album.
Con chi vi piacerebbe collaborare?
Lo abbiamo citato sopra e dobbiamo richiamarlo in causa ora, sarebbe bello poter scrivere qualcosa con Cosmo.
Roberta Usardi
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