ROSMERSHOLM al Teatro Franco Parenti di Milano
Il teatro non è una sala divisa da un palcoscenico che vede spettatori da una parte e attori dall’altra, ma è l’unione di entrambi questi lati, che si alimentano a vicenda. Questo è l’impatto entrando in sala per “Rosmersholm”, dove al posto del pavimento c’è un lieve strato di terra e i posti a sedere delimitano lo spazio intorno a due tavoli allineati e uniti dove giacciono Rosmer e Rebekka, le due voci dello spettacolo. Rosmer è un pastore protestante e vive nella sua tenuta, Rosmerholm; da poco ha perso sua moglie Beata, morta suicida ed è tormentato dai sensi di colpa a causa della sua attrazione verso Rebekka, che vede come la causa del gesto estremo della moglie. È il rapporto tra Rosmer e Rebekka che vediamo scoprirsi poco a poco. Cosa c’è tra di loro veramente?
Rosmer – interpretato da un eccellente e coinvolgente Luca Micheletti – si ritrova vedovo, ultimo discendente della sua famiglia, e a condividere la sua casa con Rebekka, una straordinaria e appassionata Federica Fracassi, amica della moglie defunta. Tra Rosmer e Rebekka si sviluppa qualcosa che lui dapprima chiama puramente amicizia, ma che poi dichiara essere amore. Rosmer e Rebekka si confrontano, si provocano in un testa a testa che cresce e che li porta a rivelarsi davvero, a fondersi, scambiarsi identità, tornare di nuovo se stessi.
In un’atmosfera cupa e fiocamente illuminata da luci soffuse, il pubblico assiste all’evoluzione di questa storia: Rebekka è un’eroina, una figura femminile che, all’apparenza mansueta, si rivela essere decisa e tenace, anche se preda di una passione inaspettata verso Rosmer che, al contrario, sente gradualmente vacillare la sua fede e si rivolge a Rebekka per aiutarlo, scoprendo una sconvolgente verità.
“Rosmersholm” è un monodramma a due voci di grande effetto e intensità, che nasce da un’idea di Federica Fracassi e Luca Micheletti, che ne firma anche un’intelligente regia.
È la prima tappa del percorso Ibsen, assolutamente da vedere in attesa del prossimo appuntamento.
Roberta Usardi