#Romics25 – A tu per tu con un Cosplayer!
Cosplay è il fenomeno caratterizzante della manifestazione Romics tenuta alla nuova fiera di Roma. Si tratta di vedere, incontrare e conoscere in “carne e ossa” i famosi personaggi dei fumetti, manga, anime e videogiochi… interpretati dai loro fan! In questa 25esima edizione di Romics, abbiamo incontrato un appassionato di questo genere, che ha rilasciato un’intervista alla nostra collaboratrice Jessica Sciarra.
Jessica: “Ciao, dopo il nostro ultimo incontro al Romics, mi chiedevo se saresti interessato a rispondere a delle domande”
Cosplayer: “Proviamo… Domanda: quando vai al Romics con un Cosplay cosa speri? … di non incontrare nessuno che mi conosca… scherzo!”
J.: “Ah ah… le faccio io però le domande… Ah ah! Dimmi, come si chiama il tuo personaggio?”
C.: “Sono un sopravvissuto del Vault dal videogioco “Fallout 3”. Ho scelto questo personaggio perché mi piace molto il gioco e, non essendo un personaggio ben delineato, posso interpretarlo come preferisco.”
J.: “È stato difficile realizzare il costume?”
C.: “La parte più bella dei Cosplay è proprio la realizzazione del costume, soprattutto quando riesci a costruire le parti del personaggio utilizzando oggetti comuni.”
In questi ambienti è comune incontrare differenti personaggi con diverse tipologie di maschere: esistono quelle stampate sul tessuto, quelle dipinte o cucine a mano o, addirittura, è possibile incontrare realizzazioni a opera d’arte: con tessuti in pelle e materiali pregiati, lavorati a mano e similari agli abiti di scena che si vedono nei film al cinema o negli spettacoli teatrali. Anche gli accessori fanno la loro scena: spade, catane, pistole, gioielli: è solo un piccolo elenco di un vasto mondo che viene catapultato anche nella realtà attraverso i Giochi di Ruolo.
J.: “Qual è la differenza tra un Cosplayer e chi interpreta un personaggio dei Giochi di Ruolo?”
C.: “Sinceramente non so quale sia la differenza ma posso azzardare a dire che chi interpreta i personaggi dei Giochi di Ruolo, spesso è legato a situazioni in cui si riunisce con altri gruppi di persone, personificando una parte. Si gioca al fine di raggiungere l’obiettivo che solitamente è prefissato dalla squadra.”
J.: “Ritornando alla tua battuta iniziale, che sensazioni provi quando ti presenti al pubblico con il personaggio scelto? Qual è la reazione delle persone?”
C.: “Inizialmente mi sento in soggezione e penso chi me lo ha fatto fare! …ma quando incontro persone che conoscono il gioco e che lo apprezzano, mi fa piacere!”
J.: “Probabilmente ti senti in soggezione perché questo tipo di gioco è poco conosciuto nel nostro paese. Ti sentiresti di più a tuo agio in Giappone?”
C.: “No, no… più che altro perché ho quasi 40 anni e la maggior parte dei miei amici pensa a mettere su famiglia e a lavorare… Però, pensandoci bene, sì: in Giappone sicuramente si vive un clima di mentalità più aperta a questo tipo di attività.”
J.: “Sarebbe bello vedere una famigliola di Cosplayer…”
C.: “A volte se ne vedono! È un mondo vasto, che raggruppa tutte le età e non solo gli adolescenti, come è noto pensare.”
J.: “Vedi, nel futuro dell’Italia, una maggiore divulgazione di questa pratica?”
C.: “Forse si, Catwoman parlava di un’Accademia di Cosplay…”
J.: “Per il momento, grazie per quest’intervista e arrivederci al prossimo Romics!”
Jessica Sciarra