“RITRATTO DI DORA M.” AL TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO
Al Teatro Filodrammatici di Milano è in scena dal 12 al 17 febbraio “Ritratto di Dora M.”, un progetto a cura di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, con le parole di Fabrizio Sinisi.
Chi era Dora M.? Dora M., o più precisamente Dora Maar, fu un’importante fotografa francese del 900, la cui fama venne aumentata dalla sua tormentata relazione con uno dei pittori più famosi dell’epoca: Pablo Picasso. Lo spettacolo viene definito “ritratto”, anche dalla stessa protagonista, Ginestra Paladini, perché delinea la vita di questa donna bella e di talento in un flashback, mostrando una Dora che tenta di non dimenticare i suoi preziosi ricordi.
“Ogni notte io lotto per la mia memoria.”
Dora Maar, all’inizio dello spettacolo, è in un ospedale psichiatrico, soggetta non solo a cure, ma anche a elettroshock, una terapia che rischia di toglierle ciò a cui lei è più legata: i suoi ricordi.
“Un uomo senza memoria non esiste.”
Ed è dai ricordi, che faticosamente tenta di tenere impressi, che il flashback ha inizio e Dora racconta la sua vita, per capitoli, dettati dalle proiezioni sul fondale. La sua passione per la fotografia prende piede e a Parigi, dove ha vissuto, incontra altri artisti dell’epoca, come André Breton e George Bataille. Ma il punto fondamentale che cambierà la sua esistenza per sempre sarà l’incontro con Pablo Picasso a gennaio 1936 al caffè Les Deux-Magots a Saint-Germain-des-Prés. La loro relazione, tormentata e sbilanciata, porterà Dora, su pungente istigazione di lui, ad abbandonare momentaneamente la fotografia e a dedicarsi alla pittura, ma senza risultati soddisfacenti. Le opere di Picasso la vedono spesso protagonista: in particolare, nell’aprile 1937 il bombardamento della città di Guernica durante la guerra civile spagnola porta Picasso a dipingere il suo capolavoro, in cui Dora diventa soggetto principale al centro del dipinto. Dopo 9 anni di relazione Picasso lascia Dora per una donna molto più giovane, che fa cadere Dora in depressione, non solo per il rimpiazzo, ma anche a causa della sua sterilità. Tuttavia, per orgoglio, Dora decide di non seguire la sorte suicida delle precedenti amanti di Picasso e fu l’unica che gli sopravvisse, anche se in un isolamento totale.
“Questa è la mia guerra e nessuno lo sa.”
Una storia vera che il teatro porta in scena in un’ora fluida di spettacolo, con le scene e i costumi di Erika Carretta e una creazione, la maschera del minotauro, di Mimmo Paladini. La regia di Frongia è come sempre efficace e il ritratto di questa grande donna risulta ben chiaro, ma alla fine della rappresentazione, cosa rimane di Dora M. oltre a quello che già si conosce? Che tipo di ritratto e di messaggio si porta a casa il pubblico?
Una riflessione su cui soffermarsi.
In scena dal 12 al 17 febbraio.
Roberta Usardi