“Ritorno al futuro” – Il viaggio di George Gipe
Se non avete mai visto il film “Ritorno al futuro”, è il caso di iniziare questo fantastico viaggio nel tempo cominciando a sfogliare la trasposizione letteraria del film nel romanzo scritto da George Gipe.
Due le date che dovete appuntarvi: 1985 e 1955. Brillante, divertente, sempre attuale. I colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro nella cittadina immaginaria di Hill Valley e anche i guai: quelli che fanno scattare il protagonista della storia, Marty, a bordo del suo skateboard in giro per la città. Un ragazzo come tanti, appassionato di musica e poco incline alle lezioni scolastiche. Ha una fidanzata, Jennifer, a cui pensa ininterrottamente. E, come ogni storia che si rispetti, c’è spazio per i personaggi strampalati. Irresistibile e senza alcun freno è Doc, scienziato considerato pazzo da tutta la cittadina, con un gran cuore e con in mano una grande idea: una macchina del tempo.
“Ecco una data importante nella storia della scienza: 5 novembre 1955. Fu il giorno in cui inventai il viaggio nel tempo. Me lo ricordo benissimo: stavo in piedi sul water attaccando un orologio, la porcellana era bagnata, sono scivolato e ho battuto la testa sul lavandino. Quando ho ripreso i sensi, ho avuto una rivelazione, una visione, un’immagine scolpita nella mente, un’immagine di questo. Questo rende possibile viaggiare nel tempo: il flusso canalizzatore!”
A bordo della DeLorean, col piede sull’acceleratore a 88 miglia all’ora, Marty non dimenticherà facilmente la sua esperienza temporale: un’occasione unica per conoscere vizi e virtù dei propri genitori, farli innamorare e salvare Doc da un destino ormai segnato. Unici ostacoli: una riserva di carburante particolare e i famigerati cattivi di turno.
“Ritorno al futuro” (Magazzini Salani, pp. 270, euro 14,50 ) è un classico che non ci si stanca mai di rileggere grazie alla magistrale descrizione di dialoghi e scene, di avventure sensazionali e di battute ad hoc.
Debora Colangelo