“Ricominciare dalle parole”, il nuovo album del cantautore Giovanni Battaglino – L’intervista
Giovanni Battaglino, cantautore con alle spalle una carriera oramai trentennale e svariate collaborazioni con Ennio Morricone, Giovanni Allevi, Renato Zero, torna con un nuovo lavoro che mette al centro “la parola”. Il titolo del nuovo album è infatti Ricominciare dalle parole. Dieci canzoni che, prima di trovare posto su delle basi musicali, hanno preso vita in un taccuino che ha accompagnato Giovanni in questo straordinario viaggio fatto di incontri con musicisti, autori e collaboratori. Noi di Modulazioni Temporali abbiamo incontrato Giovanni e gli abbiamo fatto qualche domanda su questa sua nuova produzione…
Buongiorno Giovanni, hai pubblicato da poco il tuo nuovo album Ricominciare dalle parole quando hai cominciato a lavorare ai brani?
Più o meno nella seconda metà del 2020. Molte idee c’erano già prima ma dopo la seconda chiusura mi sono deciso e mi sono anche arrabbiato. Stavamo facendo La Traviata a Rieti e dopo la recita pomeridiana della domenica di inizio novembre ci fu comunicato che nonostante tutte le precauzioni e le enormi difficoltà con cui si era costretti a recitare e cantare si sarebbero chiusi di nuovo i teatri e sarebbero state impediti tutti gli altri spettacoli non ultimi quelli musicali. Non ci fu alcun rispetto di tutte queste professionalità che rispettavano le regole e che chiedevano solo di poter continuare ad esercitare il loro mestiere. In quel periodo mi sono comprato un taccuino e ho cominciato a scrivere lì sopra i testi, sia quelli che avevo già abbozzato che quelli che sarebbero venuti in seguito.
Nell’album sono presenti diverse collaborazioni, come sono nate?
Possiamo dividere le collaborazioni in base ai luoghi. A Roma, dove ha sede l’etichetta AlfaMusic che ha prodotto questo album e il precedente, ho lavorato con l’arrangiatore Marcello Sirignano grande violinista jazz. Consigliatomi dai titolari della label Fabrizio Salvatore e Alessandro Guardia, Marcello ha ricevuto dei miei demo voce e chitarra fatti però a metronomo in modo che fossero più facili da gestire. Ne ha scelti 4, ha scritto tutte le parti e poi abbiamo registrato i pezzi con musicisti eccellenti lì negli studi AlfaMusic. Non conoscevo nessuno di loro se non alcuni di fama. È stata un’ottima idea, Marcello ha dato il colore giusto alle mie canzoni rispettando le strutture e le tonalità ma inserendo la sua professionalità e raffinatezza. Il secondo luogo è qui vicino a casa mia, a Bricherasio, dove ho registrato altri 4 pezzi. Agli studi Play! dall’amico Alberto Macerata dove ho registrato quasi tutta la mia produzione musicale fino ad ora compreso il disco precedente. Qui gli arrangiamenti li ho fatti io e dove non ci sono ho lasciato che i musicisti si esprimessero e dessero ai pezzi il loro apporto. In questo caso si tratta di musicisti anch’essi eccellenti ma che conoscevo e con cui avevo già collaborato precedentemente. Gli ultimi due brani li ho registrati con un altro grande arrangiatore, Luca Scarpa (Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia) con cui ho scritto anche la musica di un pezzo, qui ho lasciato Luca desse un’impronta ben specifica alle canzoni seguendo il suo gusto suonando egli stesso le tastiere e utilizzando musicisti che conoscevo tra cui mio fratello Paolo Battaglino alle chitarre. Ci sono poi tre amici cantautori che hanno cantato con me nel disco, Liana Marino, Marco Priotti e Olmo. Hanno dato tre contributi molto diversi e molto personali. Queste tre canzoni avevano bisogno di un intervento esterno anche nel canto e di una voce che non fosse la mia. Quando faccio dei duetti, per usare questo termine che rende l’idea, scelgo sempre voci molto diverse dalla mia, nel disco precedente c’erano Valeria Tron e Federico Sirianni. C’è anche in un pezzo il contributo di un gigante dell’armonica a bocca, Angelo Adamo.
Quanto sono importanti per te le parole?
Le parole sono fondamentali, sono importanti per citare Nanni Moretti e Marco Balzano. Usare le parole con cura e attenzione è essenziale. Una parola può ferire o può guarire a seconda di come e quando viene utilizzata, Attraverso le parole possiamo dare vita ad immagini, storie, sensazioni, evocare ricordi, ci sono periodi che creano mondi che neanche il cinema riesce ad eguagliare. Tuttavia nella canzone la parola deve essere strettamente collegata alla musica, in simbiosi. Quando questo accade siamo di fronte ad una grande canzone. Magari non sarà il testo o la musica definitiva ma funziona ed è anche difficile capire come mai, ci sono moltissime componenti che entrano in gioco.
Questo lavoro come il precedente sono pubblicati dall’etichetta romana AlfaMusic, come ti ha scoperto?
Attraverso un’amica comune, Maria Grazia Campus. Io stavo cercando un’etichetta per il mio primo album Alla porta dei sogni e lei mi ha detto “secondo me potresti mandarlo ad AlfaMusic”, io le ho risposto “ma è un’etichetta di jazz”, poi scoperto che avevano anche pubblicazioni di musica d’autore e devo dire che mi sentivo lusingato di uscire con un’etichetta storica che tra l’altro si occupava di tanta bellissima musica di qualità.
C’è un brano in Ricominciare dalle parole al quale sei più legato? se si perché?
Direi “Non ho occhi”. Singolo che è uscito nel 2022 come progetto a sé stante. Non volevo fosse legato all’uscita del disco ma un episodio che veniva prima e che poi sarebbe entrato nell’album. Una canzone che tratta il mondo dei non vedenti. Scritta con Carlo Pestelli ha poi avuto un percorso molto felice. Ne è nato un videoclip realizzato con l’Unione Ciechi ed Ipovedenti di Torino. Girato a Torino da Roberto Bulgarelli con il patrocinio di Torino Film Commission, con la partecipazione di Sergio Muzzolon e Maria Nugara e i loro cani guida Fuego e Glassé mi ha aiutato a capire qualcosa di cosa possa voler dire essere un non vedente. Pensavo fossero persone meno fortunate di noi. Sbagliato. Ci possono insegnare ad amare la vita e a sorridere molto più di quanto facciamo abitualmente.
Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Non saprei. Moltissimi. I Beatles, David Crosby, Nick Drake, Francesco De Gregori, Carmen Consoli, Fabrizio De André, Giorgio Gaber, i Verdena, Caetano Veloso tanto per dirne qualcuno.
Ho letto che sei nato e cresciuto nella provincia torinese, quanto incide, a tuo parere, l’ambiente per un musicista.
Tantissimo. La provincia è un limite per moltissime cose contingenti. Io per cantare sia nel campo della lirica che in quello della canzone devo quasi sempre spostarmi, fare molti chilometri. Allo stesso tempo offre opportunità di vicinanza difficilmente eguagliabili. Senza attraversare la strada ma solo girando intorno al mio palazzo raggiungo Dino Tron musicista raffinato e numero due dei Lou Dalfin con cui ho fatto e farò numerosi concerti di canzoni popolari. Proseguendo sul marciapiede arrivo a casa di Marco Robino, autore di colonne sonore, violoncellista e leader degli Architorti. Marco è un amico con cui mi confronto abitualmente e viceversa ogni volta che realizziamo qualcosa di nuovo.
In questi anni hai collaborato con importanti personaggi del mondo della musica, da Morricone ad Allevi passando per Renato Zero, quale di queste esperienze ti ha emozionato di più?
Senza togliere nulla agli altri cantare con Ennio Morricone è stata un’esperienza incredibile. Morricone lo ascoltavo nei dischi di mio padre. Mi piaceva da matti. Mettevo sempre quelle colonne sonore western epiche sul mio piccolo giradischi. Piene di idee così originali e raffinate. Morricone era un mito per me, una leggenda. Figurati cosa ho provato quando mi hanno chiesto se volessi fare parte del coro del Ten Tour 2011-2012. Mi sono commosso. Concerti in luoghi come l’Arena di Verona strapiena di gente in delirio a cantare quella musica. Davanti a noi a dirigerla l’autore stesso. Cosa si poteva chiedere di più?
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