“RICHELIEU. ALLE ORIGINI DELL’EUROPA MODERNA” – GLI APPUNTI PREZIOSI DI ROSARIO ROMEO
«L’avversione dei popoli per la guerra non è un motivo da prendere in considerazione per concludere la pace, visto che spesso essi soffrono e si lamentano tanto dei mali necessari quanto di quelli evitabili; e che essi siano incapaci di intendere ciò che è utile a uno Stato, e al tempo stesso sensibili e pronti a dolersi di mali che bisogna soffrire per evitarne di più grandi». Dietro la lapidaria durezza e l’innegabile e amara verità di queste parole, si cela il profilo austero e bifronte di uno dei più grandi statisti dell’Europa moderna, il cardinale Richelieu. L’intrinseca contraddittorietà della sua figura e l’immancabile fascino che ha da sempre generato, hanno indotto storici, scrittori e registi a dipingerlo ora come un genio del male, cinico, ambizioso e assetato di potere personale, ora come un genio della politica, votato al servizio dello Stato e della monarchia francese. Il Richelieu tratteggiato da Rosario Romeo in “RICHELIEU – Alle origini dell’Europa moderna” (Donzelli Editore 2018, pp. XXII-170, euro 28) supera questo bipolarismo interpretativo e rivela il suo lungo processo di crescita e affermazione sulla scena politica. Il libro non nasce come una biografia e sostanzialmente mantiene la sua destinazione d’uso iniziale, quella di dispensa didattica che faceva da supporto alle lezioni universitarie tenute da Romeo negli anni 1970/71, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma. Scarse e cursorie sono le informazioni sul bios del cardinale di cui, invece, si analizza, passo dopo passo, l’ascesa al potere. Sebbene il fil rouge della trattazione sia la politica, soprattutto estera, condotta dalla Francia, la capacità di Romeo è quella di saper offrire al lettore un quadro vivido, articolato e minuzioso dello scacchiere geopolitico europeo della prima metà del XVII secolo. Un’attenzione particolare è riservata alle cause e agli stravolgimenti della Guerra dei Trent’anni. Dalle ceneri di un’Europa sconvolta da un evento di indescrivibile drammaticità, con la pace di Vestfalia emerge un nuovo più solido equilibrio, in cui gli Stati diventano soggetti sovrani di diritto internazionale.
In un’analisi così diametrale e lucida, la capacità più singolare di Romeo sta nella descrizione dei principali attori sulla scena politica. La narrazione degli eventi storici si impreziosisce di realistici quadretti dei personaggi, dei quali sa magistralmente tracciare un profilo psicologico. Troviamo quindi Maria de’ Medici, donna mediocre, volgare e di scarsa intelligenza, pronta a schiaffeggiare il figlio, erede al trono, davanti alla corte. Di contro, Luigi XIII è fragile, malato per la sua tubercolosi; accusa il suo ritardo educativo (forse coscientemente voluto dalla madre per prolungare la sua reggenza a svantaggio del figlio), ma è pieno di complessi e vuole vedere riconosciuta la sua grandezza e i suoi diritti dinastici. Wallenstain, invece, uno dei più grandi generali dell’epoca, è un misto di forza e debolezza, è solitario, irrequieto, esigente, indagatore, volubile e crudele, ma ha una sfrenata, malinconica fantasia sognatrice, che, quando prenderà il sopravvento sul calcolo razionale, segnerà il suo fallimento politico.
Al profilo psicologico del cardinale non sono dedicate pagine ad hoc, poiché la sua determinazione e la sua ambizione si rinsaldano solo a poco a poco, anno dopo anno, a seguito di una lunga serie di insuccessi politici. L’uomo che emerge alla fine però, al di là di ogni giudizio morale, ha il merito di aver contribuito più di chiunque altro al rafforzamento dell’Assolutismo francese. Senza Richelieu, infatti, certamente non ci sarebbero potuti essere Mazzarino e Luigi XIV, ma, ancor di più, senza di lui la Francia non avrebbe mai raggiunto quella posizione di solidità e di prestigio politico e culturale che ha mantenuto sulla scena internazionale fino al Novecento. La presente edizione si arricchisce di un’introduzione a cura di Guido Pescosolido, che ripercorre l’attività di ricerca e di insegnamento di Romeo, contestualizzando il contributo su Richelieu alla luce degli studi più recenti.
Lorenzo Sardone