“ReProduction” della compagnia Phoebe Zeitgeist nel giugno dell’Elfo Puccini
La stagione teatrale del Teatro Elfo Puccini offre, tra gli spettacoli di giugno, il gradito ritorno della compagnia Phoebe Zeitgeist con lo spettacolo “ReProduction”, la prima opera propria scritta da Francesca Marianna Consonni e Giuseppe Isgrò.
All’entrata del pubblico in sala lo spettacolo è già in corso, si sente musica in un mondo che sembra appartenere ad un’altra dimensione, con alberi di fiori finti intorno alla scena e al centro, sul fondale, una giovane donna che si depila con una lametta. Quando le porte della sala Fassbinder si chiudono, la giovane donna, che porta il nome di Fratta (Francesca Frigoli) inizia a parlare, parlare dell’arte, della vita, ma soprattutto dell’amore, mentre una figura la osserva a poca distanza dietro una pianta: è un gatto con lo zaino blu, ma si tratta di un’allucinazione o della realtà?
“Il valore e la qualità dell’amore vengono determinati unicamente da colui che ama.”
L’elucubrazione sull’amore continua e si allarga nel dialogo tra Fratta e il presunto gatto. È meglio amare o essere amati? Una domanda che incontra ipotesi interessanti. Chi ama non ha forse il compito meno arduo, dato che essere amati implica una propensione, una forza intollerabile? Tutti sanno amare, ma non tutti riescono a essere amati. Fratta sente di avere un vuoto d’amore da colmare dentro di sé e chiede al compagno di fare un figlio, ma lui non si sente pronto, non vuole rinunciare alla sua libertà e ai suoi impegni, ma in un certo senso la accontenta per potersi defilare. La reproduction avviene in modo paradossale, ma non importa, il risultato viene raggiunto, il come conta poco.
“Liebe ist kälter als der Tod”
(trad. L’amore è più freddo della morte)
Il figlio che Fratta è riuscita ad avere, nelle sembianze di un Cicciobello, fa invidia a ArtyParty (Chiara Verzola) che di figli non ne può avere, ma che considera l’amore “più freddo della morte”. L’amore infatti assume un ruolo da “trappola sociale” e non più da collante fra due persone che vogliono stare accanto l’una all’altra. Con lei si trovano tre assistenti alquanto bizzarri, Zebrotto (Daniele Fedeli), perennemente voglioso e sempre a conoscenza di ogni cosa che succede, Conigliotto (Davide Gorla), che trova in un guanto a forma di canguro un inaspettato figlio con tanto di nipote incorporato e Leprotto (Matteo Giacotto) che trova in Cicciobello una ragione d’amore.
Lo spettacolo, complesso e laborioso nel suo insieme, ma sempre ben centrato, si avvale di attori notevoli alle prese con personaggi sopra le righe che vengono gestiti con maestria: Francesca Frigoli, Daniele Fedeli, Matteo Giacotto, Davide Gorla, Chiara Verzola sono affiatati e convincenti nella efficace e dinamica regia di Isgrò. Nelle scelte musicali azzeccate, nei costumi, le luci, l’originalità di scenografia, dialoghi, emergono messaggi importanti e facenti parte della realtà presente, come l’aborto, l’omosessualità, le relazioni, ma soprattutto il concetto di amore, che nei secoli si rinnova e si rimodella su nuovi parametri ma che rimane fedele a se stesso, non facendo distinzione di genere, religione, razza, al di là di ogni razionalità o volontà che l’uomo voglia abbinargli.
Da non perdere, in scena fino al 7 giugno 2019 al Teatro Elfo Puccini di Milano.
Roberta Usardi