“Rapsodia d’autunno” di Alessandra Caneva
“Due musicisti che suonano insieme si comunicano un’infinità di cose, anche i linguaggi più profondi dell’amore, che di per sé è il più grande mistero poetico che esista.”
Si inizia sempre dalle origini, perché alla fine sono ciò che ci definiscono e identificano. È la nostra eredità, sono quelle “foto, scritti, corrispondenza e lettere d’amore” da serbare come gioielli preziosi da tramandare, affinché continuino a raccontare una storia che poi sarà anche la nostra. E da qui inizia anche il diario-romanzo di Luigia, che l’autrice e sceneggiatrice Alessandra Caneva snocciolerà in una musicale narrazione legata all’esistenza della protagonista, dal titolo significativo “Rapsodia d’autunno” (Ianieri edizioni, 2022, pp. 248, euro 18).
“Nomade, senza legami e senza affetti: probabilmente sarebbe andata cosi, se l’incidente stradale non mi avesse aperto gli occhi. Diventa quello che sei veramente, mi diceva, e io ridevo, perché a quel tempo credevo veramente di essere diventata quello che ero, cioè una stimata musicista.”
La vita di Luigia, dopo un grave incidente, deve inaspettatamente cambiare rotta, portarla alla decisione di abbandonare Roma per rifugiarsi a Poggio dei Mirti verso altre vicissitudini familiari, verso nuovi amori, ma soprattutto la porta verso la dolorosa decisione di rinunciare alla sua passione e a interrompere la sua carriera di pianista. Comincia così un viaggio introspettivo, una ricostruzione e una ricerca di sé, della propria identità e personalità attraverso la memoria passata e il suono della propria musica per appianare il dolore, soprattutto dopo l’evento del 6 aprile del 2009 che colpì l’Abruzzo lasciando ovunque macerie, un terremoto dentro e fuori.
“Piantati al di sopra di un abisso. Lo ripeto, questa è l’impressione che abbiamo vivendo qui. Le acque dei torrenti sono diventate torbide, anche la luce del giorno ha qualcosa di opaco, esita, teme di illuminare questo angolo di mondo che sembra maledetto.”
Sono poesia e musica – come le quattro stagioni di Vivaldi – a tessere la trama di questa storia d’amore, in cui la protagonista, nel disastro della sua esistenza, si arrende a ricercare bellezza e a superare in questo modo la precarietà, il distacco, provando a dare un senso al dolore e alla vita stessa. La scrittura diventa, invece, quello strumento che porta verso la libertà.
“Pare che la scrittura, più che la musica, sia proprio una tecnica in uso per sbloccare gli alessitimici, quindi non posso che giungere alla conclusione che la cura, negli anni, me la sia trovata da sola.”
Marianna Zito