RAMONA – L’amore al Festival di Spoleto
In una buia notte si intravedono in lontananza le nuvole di vapore di due vecchie locomotive che percorrono i binari. Cosi inizia RAMONA, spettacolo teatrale messo in scena il 5 Luglio nella chiesa di San Simone.
Nessun nudo, nessuna digital scene, nessuna volontà di scioccare lo spettatore. Ma lo spettatore rimane comunque colpito nel vedere questa romantica storia d’amore tra due locomotive a vapore. A stupire sono la poeticità dei dialoghi, la cura certosina dei particolari delle marionette manovrate da mani esperte, la messa in scena di un circo composto da personaggi sgangherati, che ci riportano a un’infanzia perduta.
RAMONA per un’ora e mezza trasporta bambini, giovani, adulti e anziani in una dimensione del passato dove la tecnologia e il virtuale non esistono e a contare sono la vita vera e i sentimenti. Rezo Gabriadze, regista teatrale e cinematografico georgiano, ci racconta l’amore tra il locomotore Ermon e la locomotiva Ramona nell’Unione Sovietica del dopoguerra. Ermon è costretto ad allontanarsi da Ramona, e andare in Siberia dove viene spedito per lavorare alla ricostruzione del paese in tempo di pace. Ramona attende il marito nella piccola stazione di Rioni, ma la loro separazione che sarebbe dovuta durare solo pochi mesi si trasforma lunghi anni. Un circo itinerante arriverà in città e la vita di Ramona cambierà per sempre e cosi il destino degli amanti.
Nel finale il ferroviere pronuncia di nuovo la frase con cui ha aperto la scena: “la vita è fatta per essere vissuta in due”. Un messaggio in controtendenza nella società dell’individualismo e del narcisismo di massa.
Michela Bruschini
Foto di Maria Laura Antonelli