“RACCONTI D’INVERNO” AL TEATRO DELL’ELFO – QUATTRO LETTURE PER UN PREZIOSO ESPERIMENTO
“I Racconti d’Inverno sono letture intime, esperimenti confidenziali dedicati agli amanti della narrazione, il nucleo aurorale del teatro: una storia, una voce, uno spazio comune fra chi ascolta e chi narra, la fantasia libera di creare i mondi che la parola evoca. Sono forse anche primi passi verso ipotesi di spettacoli più compiuti e sono atti d’amore nei confronti di autori cui dobbiamo molto.”
Così il Teatro Elfo Puccini presenta la novità di questo inizio di stagione teatrale. Una rassegna di quattro spettacoli in forma di reading – protagonisti Ida Marinelli e Ferdinando Bruni – messi in scena nello Spazio Atelier, per un massimo di 30 spettatori e ad orario inconsueto (buio alle 18.30, non un minuto di più!), per evitare di sovrapporsi agli altri spettacoli in programmazione nella stessa serata. Il risultato, a giudicare dai primi appuntamenti, si sta rivelando prezioso.
In “Amami o sposerò un millepiedi” – già andato in scena dal 6 al 10 novembre – Bruni e la Marinelli hanno dato voce, corpo ed emozioni al carteggio tra Anton Čechov e Olga Knipper. Uno scambio di lettere avvenuto in sei fitti anni d’amore, vissuto a distanza a causa della salute cagionevole di lui e del lavoro d’attrice di lei. La tenerezza degli innamorati si alterna ai toni più pungenti ed in fondo preoccupati l’uno per l’altra: dal resoconto della vita quotidiana e degli scherzi della malattia al grande amore per il teatro, alle discussioni sui testi che Anton scrive instancabilmente e gli attori mettono in scena (Stanislavski il bersaglio prediletto del drammaturgo!). Fino agli scritti di Olga al suo Anton che non c’è più.
Si ride e ci si commuove, grazie alla sincera passione con cui i due interpreti abbracciano – per farli rivivere – i due protagonisti.
In questi giorni invece, fino al 17 novembre, Ida Marinelli regala al pubblico “Una favola stupida (scritta da me)”.
Aprendo il suo decoratissimo raccoglitore la Marinelli, con piglio ironico e irresistibile, ci conduce nel mondo di fiaba della sua immaginazione. Seguiamo le avventure della portentosa strega Lialalà, che coltiva il suo praticello di erbette e dispensa ricette e banchetti, con l’aiuto del burbero gatto Miaolì. Attorno a loro il brulicante boschetto degli animali – fra tutti, si fanno sempre notare gli Uccellacci del Malaugurio! – un cinemino che proietta solo e soltanto “La spada nella roccia”, case dall’architettura razionalista. E poi fughe, inseguimenti, rapimenti, ricordi di Milano e Venezia, Mago Merlino in persona e chi più ne ha più ne metta.
L’entusiasmo della narratrice riempie di vitalità ogni cosa. E quando arriva il momento di spegnere la luce e chiudere il libro, come un bambino che si rispetti, vorresti solo dire “No, ancora!”. E lasciarti incantare ricominciando da capo.
Partecipare ai “Racconti d’inverno” è davvero regalarsi un’ora di tempo sospeso, rubato alla frenesia della giornata. È tornare un po’ ai pomeriggi di infanzia. Entrare nello Spazio Atelier è come prendere posto in un accogliente salotto dove ci si sente in famiglia e tra amici, immancabilmente, e tutti parte dello stesso piccolo ma grande privilegio: ascoltare un racconto, e sperimentare il teatro nel suo modo forse più intimo e potente.
La rassegna continua dal 20 al 24 novembre con “Giulieta e Romeo”, poemetto di Berto Barbarani, in veronese purissimo, sempre per la lettura di Ida Marinelli. “Berto Barbarani (Verona 1872-1945 ) è il primo poeta che ho conosciuto – racconta Ida – grazie a mia nonna Geia che recitava le sue poesie a me e a mia sorella Luisa durante le merende nei nebbiosi pomeriggi d’inverno, tanti anni fa.” Infine, si chiude dal 7 al 29 dicembre, quando ritroveremo Ferdinando Bruni a raccontare le “Fiabe” di Oscar Wilde. Il Principe Felice, l’Usignolo e la rosa, Il Gigante egoista, L’amico devoto, il Razzo eccezionale, ogni sera in ordine diverso.
Mariangela Berardi