“Quello che serve di notte”, la potente scrittura di Laurent Petitmangin
“Quello che serve di notte” (Mondadori, pp. 132, euro 18, traduzione di Elena Cappellini) è un’immensa storia d’amore, quella di un padre verso il figlio. È un racconto di perdite e di dolore, dove le scelte che ognuno compie condizioneranno inevitabilmente anche la vita di coloro che lo amano. “Quello che serve di notte” è il grido disperato di un padre che cerca di ristabilire un contatto con il proprio figlio e, prima ancora, una riappacificazione con sé stesso, fino a una rassegnazione che sembra portare con sé una piccola speranza.
Nato da una famiglia socialista e presente alla vita del partito, Fus decide di unirsi, tenendo all’oscuro il padre, con il Front National, gruppo di estrema destra di Marine Le Pen. Dopo aver già affrontato il dolore per la perdita della madre a seguito di una lunga malattia, il giovane uomo si ritroverà in situazioni sempre più sgradevoli, fino a quella che gli cambierà definitivamente la vita, portandolo a trascorrere molti anni in un carcere.
La potente scrittura di Laurent Petitmangin – resa a noi nella precisa e armoniosa traduzione di Elena Cappellini – fa raccontare questa storia alla sola voce del padre, trasmettendoci senza scampo tutto il suo dolore e facendoci sprofondare con lui nell’abisso. Ci fa capire l’impotenza di non poter cambiare le scelte altrui, nemmeno quelle di un figlio e nemmeno quando ci si accorge che quelle stesse scelte saranno la sua rovina. Ci racconta come può cambiare un legame profondo quando cade la fiducia verso l’altro e quando si scelgono strade ideologiche e morali differenti, portandoci a vedere l’altro con un senso di vergogna, quasi come un nemico. Ci racconta una storia che ci riporta a un altra molto più vicino a noi e che accadde a Gaetano Salvemini, noto antifascista, con il suo amato figliastro Jean che, appoggiando le ideologie naziste, fu arrestato e ucciso come traditore della Patria.
Con questo libro, Laurent Petitmangin ci fa porre molte domande ma non ci riconsegna altrettante risposte, probabilmente perché non esistono. Le sue parole ci fanno riflettere sull’amore incondizionato tra padre e figlio, sugli errori e le colpe, ma anche sul rispetto e sul perdono, in modo profondo e delicato. Questo libro è una lunghissima poesia. Una immensa storia d’amore.
Marianna Zito