Quattordicimila visitatori per la Madonna di Alzano a Torino
Da qualche anno Intesa Sanpaolo promuove L’ospite illustre, una curiosa iniziativa che porta l’arte nelle banche. Quella a cavallo tra il 2019 e il 2020 è stata la dodicesima edizione, e ha visto protagonista la Madonna con il bambino di Giovanni Bellini, uno straordinario olio su pala di pioppo dipinto nel 1487 per un privato di nome Alessio Agliardi. All’epoca il Giambellino aveva 54 anni. Era un bel periodo, artisticamente parlando: la sua carriera, decollata da tempo, si librava tra una committenza e l’altra. Da pochi anni aveva finito la Pala di Pesaro, nel frattempo si stava occupando della Pala di San Giobbe, e di lì a poco sarebbe arrivato il Trittico dei Frari. Questa Madonna, richiesta per il culto familiare, arrivò comunque in una chiesa: Agliardi la lasciò a sua figlia Lucrezia, che da vedova diventò badessa per le carmelitane di Albino, e che quindi la depositò su un altare ad Alzano Lombardo, nei pressi di Bergamo. E nei secoli non è andata tanto lontano: nell’Ottocento è entrata a far parte della collezione di Giovanni Morelli, lo storico veronese che poi donò tutto alla Fondazione Carrara di Bergamo. E oggi si trova ancora lì, e raramente viene spostata. Dal 20 dicembre al 6 gennaio, però, la Madonna di Alzano è stata ospite a Torino, presso la sede dell’Intesa San Paolo di corso Inghilterra. Siamo nello Spazio 35, la serra bioclimatica in cima al grattacielo di Renzo Piano inaugurato ormai cinque anni fa. Pochissimi giorni, insomma: poco più di due settimane. Eppure il pubblico ha risposto senza nascondere l’interesse per un prestito così eccezionale: più di ottocento ingressi al giorno, per un totale di quattordicimila.
Certo, Giovanni Bellini è un artista molto amato, non inflazionato, poco presente nei circuiti di vagabondaggio museale, e quindi nonostante le feste i pranzi le cene annessi e connessi in tantissimi si sono ritagliati un’oretta per prendere l’ascensore e arrivare in cima alla città, dove la Madonna si è fatta trovare in una stanza tutta per sé, magistralmente illuminata e opportunamente introdotta da un oratore. E poi si tratta di un pezzo davvero prezioso, delicatissimo, amabile. Un dipinto di gesti accennati, di tessuti leggiadri, di sguardi divini ma genuini, che nulla ha da invidiare alle più note Madonna del prato della National Gallery di Londra, Madonna Lochis della Carrara di Bergamo, o Madonna Greca di Brera.
Insomma, complimenti all’Intesa Sanpaolo: ottima l’iniziativa, azzeccata la scelta non convenzionale, encomiabile la gratuità dell’evento.
Davide Maria Azzarello