Quando i nodi vengono al pettine
“Mettiamo subito in chiaro una cosa: il capello è morto. Sì, avete letto bene, morto. Quindi non fa nessuna di quelle cose che ci aspetteremmo dopo anni passate come spettatrici attente e informate di spot televisivi nei quali il capello ha bisogno di dissetarsi, di nutrirsi e di rigenerarsi. E allora perché ci preoccupiamo così tanto dei capelli?”
L’autrice
Elena Accorsi Buttini – farmacista ed esperta in tricologia- nota ai più per essere un’appassionata divulgatrice scientifica che conta un numero cospicuo di followers sui social, esordisce l’8 aprile con il suo primo libro “La scienza dei capelli – La verità, i falsi miti, il modo migliore per prendersene cura” (Gribaudo, 2021, pp. 191, euro 16,90) che, con una prosa chiara e incalzante, cerca di chiarire la posizione della scienza legata ai cosmetici e ai trattamenti dei capelli.
I prodotti e i ferri del mestiere
L’intento dell’autrice, partendo su una disamina sulla struttura del capello, è accompagnare il lettore della scelta della miriade dei prodotti che popolano gli scaffali dei supermercati, i cui benefici sono tanto decantati nelle pubblicità, ma quasi mai correlati a evidenze scientifiche. E ce n’è davvero per tutti i gusti, basti pensare ai conditioners, ormai adatti a ogni esigenza: anti elettrostatici, illuminanti, districanti, nutrienti, termo-protettivi e anti doppie punte. Stessa sorte per gli shampoo: decine e decine di tipi diversi, tutti da provare per non lasciare nulla di intentato. Un capitolo a parte poi, va ai ferri del mestiere – dal fon alla piastra, fino al più recente Dyson – di cui l’autrice spiega il funzionamento e il corretto utilizzo che se ne dovrebbe fare.
Da brava divulgatrice, la Accorsi Buttini sottolinea più volte (come fatto già da Beatrice Mautino, anch’essa divulgatrice scientifica e autrice di libri sui cosmetici) la sostanziale differenza tra linguaggio scientifico e “scientifichese”, facendo chiarezza sui più frequenti cliché riguardanti i cosmetici, a cui troppo spesso viene attribuito una funzione che non gli compete.
Questione di marketing
Interessante, inoltre, comprendere quanto la logica del marketing influenzi le nostre scelte: sarà capitato a tutti, almeno una volta, di andare alla ricerca di prodotti contenenti un particolare ingrediente o di preferire quelli cosiddetti ecosostenibili. Cosa dire poi del crescente mercato dei “free from” ovvero quei cosmetici commercializzati da brand più o meno noti nel tentativo di indirizzare le nostre scelte, a tal punto da indurci a demonizzare l’ingrediente di cui sono privi. Del resto, quanti di voi difronte all’ennesimo shampoo senza siliconi hanno finito per pensare che fossero pericolosi per la cura dei nostri capelli?
Cosa comprare allora? È giusto scegliere un prodotto ed evitarne un altro? Esistono davvero cosmetici ecosostenibili? Le domande sono molteplici e le risposte non sono mai nette, ma riportano molto spesso a un “dipende”. Non esistono prodotti migliori in termini assoluti, ma esistono prodotti più adatti alle nostre esigenze e aspettative. A volte a fare la differenza è la convinzione che un prodotto più costoso sia migliore di un altro. La realtà però, è più complessa e, molto spesso, cosmetici di marchi diversi sono prodotti nella stessa azienda e, ciò che cambia, più che la sostanza è il pack, la comunicazione e il marketing.
Due parole con Giulia Blasi
La lettura di questo libro, già di per sé preziosa, è arricchita nella parte finale con una “chiacchierata” con Giulia Blasi, con la quale l’autrice affronta il delicato tema del linguaggio usato per presentare i cosmetici e il valore sociologico che essi hanno. L’argomento è ritenuto “roba da donne” sebbene la ricerca non faccia distinzione tra i due sessi. Eppure, dopo aver incontrato tanti ricercatori che lavorano in questo settore, viene spontaneo chiedersi: e le donne dove sono? È una casualità che ai vertici troviamo quasi esclusivamente uomini o si parla, anche in questo settore, di patriarcato?
Un invito alla riflessione insomma, uno dei tanti lanciati nel corso del libro da una giovane e promettente divulgatrice, che ci farà vedere sicuramente le nostre chiome con un occhio diverso.
Sara Pizzale