Q502 di Sylvie Freddi
Se nel titolo ci ricorda un po’ 1Q84 di Haruki Murakami, nel narrato è molto più vicino a 1984 di Orwell. Comunque sia Q502 di Sylvie Freddi (Stampa Alternativa – collana Eretica, 2018) è senza dubbio un bel libro. Bello sin dall’incipit, veramente magistrale, che ci coglie di sorpresa, proiettandoci immediatamente all’interno della storia o per meglio dire all’interno di un mondo, in un futuro che la scrittrice ipotizza, nel quale gli umani, abbandonato il pianeta dove da sempre hanno abitato e prosperato, hanno dovuto riparare ciò che era rotto per ricominciare a vivere una nuova esistenza.
Ma i problemi che hanno portato al grande esodo non solo non sono cambiati, ma si ripropongono in tutta la loro tragica afflizione anche nel nuovo mondo, perché la difettosità dell’umano – nonostante la tecnologia, il progresso e le nuove strabilianti invenzioni – rimane ferma alla brama di potere e al desiderio di eternità. Ecco che, così come in Orwell avevamo gli schermi che controllavano ogni attimo del vivere, anche nel libro di Sylvie Freddi grandi occhi volanti controllano le azioni delle persone, lettori mentali al soldo di governanti senza scrupoli che spiano i pensieri e si introducono nel più profondo della memoria al solo presentimento di un sussulto di ribellione. Fanatici istigati dai politici. portano avanti la violenza più assurda nel nome della purificazione della razza, le divisioni i pregiudizi le prevaricazioni sono le fondamenta su cui si poggia la nuova società venuta fuori dal grande esodo. Eppure… ci sono ancora uomini e donne che non rinunciano a combattere e sperare.
È un bel libro – dicevamo – dal ritmo incalzante, scritto con maestria, pieno di simboli e di metafore, raccontate in maniera pacata, sommessa, un po’ al limite della tristezza, perché ovviamente non si può essere allegri a fronte di un avverso destino cui l’umanità sembra da sempre condannata.
Francesco De Masi