“Proust e la società” di Jean-Yves Tadié
“Ogni secolo, in mancanza di una Divina Commedia, ha bisogno di una Commedia umana, e quella del XX secolo ci è stata data da Marcel Proust.”
In questo volume “Proust e la società” (Carocci, pp. 184, euro 18, traduzione di Roberta Capotorti), Jean-Yves Tadié – professore emerito di Letteratura francese alla Sorbona – analizza “lo sguardo di Proust sul mondo esterno” e, attraverso questo sguardo, ci permette di ripercorrere tutte le tappe de La ricerca del tempo perduto.
Grazie a tematiche come la sociologia, la geografia e la storia – presenti all’interno dell’opera – è riuscito a riportare la sua visione del mondo e della società della Recherche.
Nella parte dedicata alla sociologia è presente non solo il popolo, ma anche le diverse classi sociali, i domestici, la finanza, il denaro; all’interno della parte geografica troviamo non solo Parigi ma anche tutta la vita di provincia, dalle campagne al mare e ancora l’albergo (che attraversa l’intero romanzo) e le cattedrali; nella parte dedicata alla Storia leggiamo sulla famiglia di Proust, sulla politica (affare Dreyfus) e sulla modernità, nonché sulla memoria storica; nella parte dedicata alla psicologia troviamo la struttura del romanzo, il trattamento del tempo e i suoi personaggi, quindi il tempo vissuto e i suoi amori.
Proust osserva la sua epoca e non si tira mai indietro nell’esprimere le sue opinioni sui fatti del momento, dimostrando interesse non solo per la parte sociale ma anche per i progressi tecnici della Belle Époque.
Marianna Zito