PROGETTO “ATTO DI FEDE” AL CINEMA APOLLO 11 DI ROMA
ATTO DI FEDE
di Vittorio Antonacci
mercoledì 13 Febbraio
al cinema Apollo 11
via N. Bixio a Roma alle 21
Coralia Produzioni
Link trailer: https://vimeo.com/296201584
Atto di fede è un documentario in tre atti sui lavoratori itineranti delle feste religiose in Puglia. Uomini di buona volontà che lavorano per conto dell’Altissimo senza pretendere un posto in Paradiso. Personaggi come bandisti, madonnari e fedeli che rinnovano le tradizioni e consolidano le nostre comunità.
Seguendo una banda di Paese durante le feste patronali, poi la tournée di un madonnaro per i paesini della Puglia e, infine, una statua della Vergine che migra di casa in casa ricevendo ogni volta un’accoglienza da star, Atto di fede cercherà di svelare l’altro volto della religione.
Attorno a Dio, alla Madonna e a tutti i santi ruota infatti un’invisibile ma infallibile macchina organizzativa popolare, i cui ingranaggi – personaggi come, appunto, bandisti, madonnari e, ovviamente, i fedeli – fanno sì che, puntualmente, il culto si rinnovi, le comunità si riuniscano e il sentimento del sacro si perpetui e umanizzi. Non lo fanno né per i soldi né per protagonismo, né hanno un esplicito mandato: il loro è un vero e proprio atto di fede.
Lo scopo del trittico non è però quello di indagare il sentimento religioso dei personaggi che compongono quest’affresco, il che è faccenda personale e per noi poco interessante. Atto di fede parla piuttosto di tutto ciò che ruota attorno alla religione, di quello che gli uomini fanno non solo e non tanto per compiacere il loro Dio, ma anche per permettere a sé stessi e agli altri di continuare a crederci, alimentando la fede propria e altrui attraverso la festa, l’arte e la condivisione. In un certo senso ci sembra pure che chi compie questo atto di fede non lo faccia solo nei confronti del divino ma, forse soprattutto, nei confronti degli altri uomini. E’ davvero per Dio che si suona, si dipingono Madonne e si apre la porta di casa propria? La nostra idea è, piuttosto, che la festa religiosa non sia che il pretesto preferito dalle piccole realtà italiane (in particolare del Sud Italia e, qui nello specifico, pugliesi) per celebrare la propria continuità e garantire la sopravvivenza sociale della comunità.
UN DOCUMENTARIO IN TRE ATTI
Atto I: “Come sopravvivere alla banda” ha per protagonista la banda di Rutigliano.
Abbiamo seguito i bandisti nella preparazione delle esibizioni in occasione di varie feste patronali in giro per la Puglia, documentandone la vita “in trasferta”, l’atmosfera goliardica che caratterizza la sospensione della normale routine, lo spirito di adattamento a un ritmo diverso lontano da casa, i rapporti fra i membri che si evolvono per la convivenza coatta e, infine, le motivazioni che spingono ciascuno dei componenti a suonare. Il tutto cercando di entrare nel microcosmo della banda e nell’intimità dei singoli elementi ignorando deliberatamente le esibizioni e la dimensione ultima e “pubblica” del loro lavoro. In altre parole: il backstage di una banda di paese.
Atto II: “La madonna pellegrina”
L’antica tradizione della Peregrinatio Mariae, non soltanto italiana né confinata al solo Sud Italia, è ancora molto viva in alcuni paesi del salento. Funziona così: gli aspiranti “ospiti” s’iscrivono a un particolare registro parrocchiale che dà loro diritto ad accogliere la statua della Madonna per qualche tempo; la Madonna arriva e viene collocata in una stanza i mportante della casa, generalmente il salotto, per poter ricevere le visite dei fedeli che a qualsiasi ora vi si possono recare per indirizzarle preghiere e lodi. La porta di casa deve quindi sempre essere aperta, giorno e notte, e la statua non deve mai ritrovarsi sola nella stanza, il che implica turni di veglia nelle ore notturne e nelle ore dei pasti. Il cuore di questa parte del documentario è il contrasto fra la spiritualità che sottostà al desiderio di ospitare la Madonna e il pragmatismo richiesto dagli obblighi che ne conseguono.
Atto III: “Il madonnaro”
Raffaele Alfieri ama definirsi “l’ultimo madonnaro”. E’, in effetti, uno dei pochi esponenti rimasti di una tradizione di arte figurativa di strada che consiste nel tracciare al suolo enormi e meravigliose figure sacre, di solito reinterpretazioni personali di canoni artistici antichi e ben consolidati, di fronte a cui i fedeli si inginocchiano per pregare o accendono ceri. Accompagneremo Raffaele nella preparazione del suo gesto artistico, che comincia ben prima del disegno in strada, con il lavoro di combinazioni di sabbie o di colori (come si faceva anticamente) e in macchina, verso i luoghi prescelti per le sue effimere, uniche e affascinanti manifestazioni artistiche, sempre in occasione di feste patronali.