“Prima dell’oblio”: la fine del mondo di Lisa Blumen
“Oggi devo proprio partire. Tutto ciò che conosco sta per essere disintegrato dalla Luna. Nei film ogni volta che un personaggio se ne va, che parta per un’avventura o per un viaggio senza ritorno, porta sempre con sé un ricordo, che stringe di fronte alla morte. Gli oggetti sono curiosi. Catturano alcuni momenti. E poi, dopo…ritrasmettono i ricordi. Sono la prova che tutto è esistito.
Che non è stato un film”.
“Prima dell’oblio” (add editore, pp. 256, euro 25, traduzione di Sara Prencipe) è il primo graphic novel dell’illustratrice e fumettista francese Lisa Blumen.
È una storia delirante perché i protagonisti si stanno preparando per la fine del mondo, ma non tutti la accettano.
La colpa è dell’enorme e splendida Luna che, puntando verso la Terra, si prepara a un’inevitabile collisione.
È un mondo futuro rispetto al nostro e tutto ciò che è stato creato fino a quel momento, dai grandi edifici alle opere d’arte, sta per essere distrutto, in un attimo.
Si comincia a vivere in una sorte di rassegnazione perché, andando sempre più avanti, nulla conterà più come prima.
Ma non tutti riescono a rassegnarsi a questa morte certa e ognuno cerca il suo gesto finale, qualcosa di significativo, da fare prima di andare.
Ogni istante che passa è un avvicinarsi alla fine dell’umanità.
Ogni occasione è buona per parlarne, ogni occasione è buona per fare una festa, drogarsi e ubriacarsi, in un’orgia di piacere collettivo.
“Forse è la prima volta che sulla terra siamo davvero tutti sulla stessa barca, nessuno escluso”.
E, nonostante la fine, ci sono comunque alcune cose che cominciano… o che finiscono ancora prima.
“Prima dell’oblio” è un graphic novel molto significativo, che esprime e nasconde sentimenti e gesti delicati, raccontando le sfaccettature dell’animo umano nel suo viaggio sulla terra, con la sua coerenza ma anche con le sue contraddizioni. Il tratto di Lisa Blumen ci ricorda la ligne claire, lo stile francese che si distingue per la sua linea chiara, sottile ed elegante, usato da Hergé per le sue Avventure di Tintin. Le curve morbide delle immagini e i pastelli appena accennati ci avvolgono con leggerezza, fino alla pacata accettazione, dalla prima all’ultima pagina di questa storia..
Marianna Zito