#plpl19 – Yasmina Khadra alla Nuvola
Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohammed Moulessehoul, è uno scrittore algerino, ex militare.
L’incontro a Più Libri più Liberi nella Sala La Nuvola, nel pomeriggio del 7 dicembre, moderato da Francesca Mannocchi, è un elogio alla donna e alla ricerca della verità passando anche dalla figura femminile, dalla “sana lucyidità delle donne”. Non è un caso che si sia scelto un nome femminile come pseudonimo, quello della moglie, la stessa che lo spinge a scrivere, a raccontare ciò che sente, che rischia per lui, seguendolo fino in Messico.
Solo quando Khadra si autoesilia in Francia, a Parigi, esce allo scoperto anche con il suo vero nome. Non è un percorso facile il suo, considerato scomodo nel paese di origine non tanto per quel che scrive, bensì per il solo fatto di scrivere.
Khadra nei suo libri racconta le contraddizioni del Magreb, gli estremismi, e lo fa assumendo più voci, a volte anche quelle più scomode. Come in “L’ultima notte del Rais” (Sellerio, 2019, pp. 172, euro 15), in cui si impersonifica in Gheddafi, ricordandoci che tutti siamo esseri umani, anche il peggiore dei tiranni lo è. Khadra ci racconta del carisma che diventa potere e del potere che diventa impunità. Khadra non vuole le “primavere arabe” che poi non diventano mai estate, parafrasando una sua citazione. Vuole la verità, per questo disprezza ogni forma di populismo e tutti quelli che inventano falsi nemici, incitando all’odio. Tuttavia, oggi tendiamo a restare affascinati dalla menzogna, forse perché è più facile non farsi certe domande e sicuramente spesso è più facile fingere di non avere le risposte.
Khadra, attraverso uno dei personaggi dei suoi libri, ci dice che la vita è tutto, ma nessuna vita è al di sopra di un’altra. Un’ovvietà che pare caduta nel dimenticatoio.
Laura Franchi