“Più felici di così… si può” di Thomas D’Asembourg
“Mi sembra proprio che la vita dispensi alla maggior parte di noi, sia gioie che dolori, periodi di confusione e periodi di fiducia, lutti e rinascite. Mi sembra inoltre che alterniamo continuamente attimi luminosi di grazia e di meraviglia, a periodi bui di sofferenza e di disordine. Credo infine, che tutti noi possiamo, se lo vogliamo, apprezzare ed assaporare i momenti felici e farli durare il più a lungo possibile.”
Ho l’impressione che queste parole racchiudano il messaggio che, “Più felici di così… si può” di Thomas D’Asembourg (Edizioni Esserci 2016, pp. 272, euro 15), vuole passare. Ma attenzione, perché l’autore non parla solo dell’impegno alla consapevolezza, che tutti dobbiamo imparare a proferire per difendere i nostri momenti di benessere e goderli il più a lungo possibile, ma intende soprattutto farci cogliere il messaggio che per essere felici e soddisfatti della nostra vita non occorre sentirsi sempre bene, ma semplicemente accettare che nella nostra vita, in modo ciclico, si alternano momenti felici ad altri meno piacevoli che vanno accolti e compresi.
Il libro, a un occhio superficiale potrebbe apparire banale, ma non lo è affatto. Se le argomentazioni che vengono trattate, infatti, possono sembrare scontate, non è affatto scontato riuscire a portare la propria attenzione guardandole da nuovi punti di vista: l’obiettivo dell’autore altro non è che stimolare i nostri processi di consapevolezza, accompagnandoci nell’osservazione di quelle che lui stesso definisce “trappole” che il nostro sistema sociale e culturale ci “insegna”, per poter imparare a capire quando ci siamo finiti dentro, potendocene così liberare e assaporare più momenti di serenità. Sono tante le trappole che il lettore imparerà a riconoscere, citandone alcune: la nostra propensione a esprimere giudizi e ad avere convinzioni che spesso ci blocca in una visione statica della realtà quando, al contrario, la realtà è un costante divenire; il nostro bisogno di sentirci bravi e brave senza riuscire a dire “no” e senza riuscire a riceverlo, trappola che ci allontana dai nostri veri bisogni e ci fa sentire in obbligo di assecondare l’altro e, viceversa, rifiutati quando l’altro, in modo sano, ci dice no; la nostra tendenza a sentirci spesso in colpa e in dovere, senza riuscire a spostarci verso il senso di responsabilità e di impegno, che invece attivano piuttosto che renderci passivi e che, al contrario dei primi due, dipendono da una scelta consapevole.
Il volume è ricco di esperienze concrete e non solo di belle teorie, il lettore viene accompagnato alla comprensione, alla riflessione con leggerezza e delicatezza. Forse la più bella riflessione che l’autore ci dona è: “per essere felici, non bisogna per forza provare gioia, ma basta essere pienamente presenti in tutto ciò che viviamo“. Perché la vita non è fatta solo di gioie, ma anche di dolori, e riuscire ad affrontarli con presenza e consapevolezza ci permette di vivere in sintonia con il mondo e di evolvere costantemente. Un libro assolutamente da leggere e rileggere, per comprenderlo, gustarlo, assimilarlo, così da aumentare il proprio benessere interiore e il benessere nelle proprie relazioni sociali.
Lavinia Narda