Pirandello in scena al Teatro Westerhout di Bari
“L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello è lo spettacolo teatrale, produzione Diaghilev, in scena dal 10 gennaio al Teatro Van Westerhout di Mola di Bari. Lo spettacolo rientra nel progetto Le vie del sud, promosso dal Comune di Mola di Bari, per la stagione 2019/2020.
La regia è curata da Paolo Panaro, le scene da Michele Tataranni, i costumi da Francesco Ceo, le luci da Giuseppe Ruggiero, gli interpreti sono Altea Chionna, Deianira Dragone, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia, Mario Lasorella, Paolo Panaro, Riccardo Spagnulo.
“L’uomo,la bestia e la virtù”, derivante dalla novella Richiamo all’obbligo, è definita da Pirandello “apologo in tre atti”, e si rivela essere una farsa tragica che irride i falsi valori morali e religiosi di una umanità ipocrita. Il tema si sviluppa su tre livelli: farsa, commedia e dramma, con un tocco di cinismo.
Tre sono le maschere coinvolte: quella dell’Uomo rispettabile indossata dal professore di latino Paolino che cela la relazione con la signora Perella, madre del suo alunno Nonò; quella della Virtù che la signora mostra con pudica superiorità, trascurata dal marito; quella della Bestia, quale appare il marito, capitano di marina, che convive a Napoli con una donna e tre figli, manifestando ostracismo per la legittima consorte nelle rare occasioni in cui torna a casa. La tresca potrebbe durare a lungo e indisturbata ma, inaspettatamente, la signora Perella rimane incinta del professor Paolino che è costretto dunque ad adoperarsi per gettare la sua amante fra le braccia del marito, studiando tutti i possibili espedienti. Il caso è drammatico, perché il Capitano Perella si fermerà in casa una sola notte e poi resterà lontano almeno altri due mesi. Paolino farà preparare, con la complicità dell’amico medico e del farmacista, pasticcini afrodisiaci; suggerirà alla signora Perella di mettere in mostra le sue generose grazie e ad atteggiarsi a maliarda per invogliare nuovamente il capitano a compiere il suo dovere coniugale verso la moglie, che in realtà disdegna da anni e quindi legittimare il figlio concepito con la pia signora Perrella. Il segnale convenuto del vaso di gerani alla finestra, la mattina successiva non arriva. Ma, dopo un serrato confronto tra il professore e il capitano, la donna mette sul davanzale più di un vaso di gerani…
Questo impasto di ipocrisia e di sesso è uno degli aspetti esemplari di questa farsa che riesce a essere esilarante e di una grande forza polemica per la graffiante satira che la percorre. Pirandello stesso definiva come “una delle più feroci satire contro l’umanità e i suoi astratti valori”. L’essere umano indossa una maschera che occulta la sua vera natura, ma viene giudicato per la maschera che indossa. Ingabbiato tra ipocrisia e perbenismo forzato, il Professor Paolino è forse il personaggio più rappresentativo dell’uomo medio, in perenne lotta contro se stesso e gli eventi, sospeso tra essere e apparire.
La regia di Paolo Panaro, che vira decisamente sulla farsa, dà un’impronta vitale ai protagonisti maschili, mentre il personaggio femminile risulta privo di volontà e di vita propria come una marionetta al loro cospetto. Paolo Panaro e Alessandro Epifani bene si identificano con le loro maschere, compresa la governante (Deianira Dragone), bella presenza scenica, sia in casa del professore che in quella del capitano. Epifani è protagonista instancabile in scena; diventa antagonista con l’arrivo del marito, un Paolo Panaro burbero e intransigente quasi oltre le righe, aiutato dalla voce cavernosa. Altea Chionna eccede nella farsa nelle vesti della moglie devota e non è totalmente credibile nelle vesti della donna procace che deve sedurre il recalcitrante marito. Bravi Riccardo Spagnulo (il dottore e il marinaio), Francesco Lamacchia (il farmacista) Mario Lasorella (il figlio).
Applausi sinceri e ripetuti sono arrivati dal pubblico al termine della pièce in programmazione sino a domenica 26 gennaio.
Massimiliano Viola