“Pirandello” è il nuovo singolo di Ruggero per il progetto “Atineres” – L’intervista
Ruggero, cantautore cremonese e nome d’arte di Filippo Lazzari, è uscito con il nuovo singolo “Pirandello” lo scorso 29 maggio, terzo episodio della serie di video musicali “Atineres”. Il videoclip di “Pirandello” è stato diretto da Piero Torricelli. Ruggero ha pubblicato primo album “La gente mi chiama Ruggero” a gennaio 2019, dal 3 gennaio 2020 ha avviato il progetto “Atineres”, che racconta il viaggio alla ricerca della serenità, iniziata con “Sentirmi meglio” e “Noia da 10”.
Come nasce il progetto “Atineres”? Molto bello il titolo, la parola “serenità” letta al contrario, hai scritto le canzoni pensando già a questo progetto o il progetto ti è venuto in mente dopo aver scritto le canzoni?
Penso che la serenità sia la condizione di equilibrio personale alla quale tutti noi abbiamo necessità di arrivare. La scelta di invertire l’ordine di lettura di questa parola è stata dettata dal fatto di voler sottolineare subito l’obiettivo del progetto e quindi di partire da lì, come si evince dal primo episodio “Sentirmi meglio”; dopodiché, a ritroso sto snocciolando tutte le esperienze che mi ci hanno portato. Negli scorsi mesi mi sono reso conto di aver scritto canzoni che una in fila all’altra raccontavano questa storia, perciò mi è venuto in mente di farla diventare una serie. Inconsciamente ho semplicemente trasformato in arte un processo personale che stavo e sto vivendo.
In “Sentirmi meglio” canti “e resto sospeso, rimango appeso alle mie paure, ai miei rimorsi, agli anni trascorsi, a quello che ho fatto e che non ho fatto” e poi ancora “e la brutta figura non la fai a letto se fai cilecca, sul palco una stecca, la fai s sei vile, se ti tiri indietro, se hai il freno a mano tirato nel cuore”, una canzone che rivendica la sincerità verso se stessi, senza aver paura?
Assolutamente sì. Viviamo continuamente in balia di paure e di giudizi, dai quali dobbiamo liberarci per focalizzarci sulle cose importanti della vita e, in generale, su ciò che ci fa stare bene.
“Noia da 10” dice “vorrei andarmene su Marte, o girare senza scarpe, non avere dignità. Ma mi tocca fare il bravo e mi sento intrappolato ancora qua”, inciti all’azione, l’anti noia per eccellenza, come rimedio all’arrendevolezza?
Nel video di “Noia Da 10” metto un pizzico di originalità, follia e fantasia nelle pietanza dei clienti di un ristorante, simbolo dello spaccato di una società che vedo troppo appiattita sull’apparenza a discapito della sostanza. Questa è la noia di cui mi “lamento”, fermo restando che trovo il concetto di noia molto interessante sotto altri punti di vista. La noia che mi affascina è quella di Baudelaire: lo spleen, il male di vivere, che però deve necessariamente portare all’azione.
In “Pirandello” canti “vedi, oggi mi sento bello, domani brutto, sono Pirandello, tante maschere e invece volti mai, ma se ti volti tu che parte fai?”, nel testo citi tanti personaggi dello spettacolo riferiti ad atteggiamenti o a comportamenti facilmente identificabili, Pirandello è stato l’ispirazione per il titolo grazie alla frase “Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti”?
Questa frase tratta da “Uno, nessuno e centomila” mi ha sempre affascinato sin dai tempi scolastici. Non esiste un “Io” unico, bensì una composizione di stati d’animo e quindi di identità.
Il progetto “Atineres” di quante puntate è composto? Cosa ci aspetta nel prossimo singolo e nella prossima puntata di “Atineres”?
È composto da 8 puntate. Ora, dopo la noia e le identità proverò ad affrontare il complicato discorso dell’amore, il sentimento sicuramente più importante e nobile della vita ma anche il più difficile da raccontare e da gestire.
Pubblicherai un album con tutte le canzoni di “Antineres?
È probabile, anche se mi piace che questo progetto sia nato volutamente “frammentato”. Ciò che mi piacerebbe fare è unire tutti gli episodi per creare una sorta di musical.
Ruggero e Filippo Lazzari, due identità in una? Come hai scelto il tuo nome d’arte?
Il mio nome d’arte non l’ho scelto io ma le persone, a partire da un mio amico che del tutto casualmente ha cominciato a chiamarmi così circa 7 anni fa. Ho voluto stare al gioco in qualche modo, per crearmi un personaggio artistico che fosse la parte esuberante del mio essere Filippo Lazzari, un ragazzo tranquillo che ama dannarsi l’anima per scrivere musica e trovare il suo posto nel mondo.
Roberta Usardi
https://www.facebook.com/lagentemichiamaruggero/
https://www.instagram.com/spesso_ruggero/?hl=it