“Piccola Patria” in scena al Teatro Argot Studio di Roma
Al Teatro Argot Studio di Roma, dal 20 al 23 febbraio è andato in scena “Piccola Patria”, ideato e scritto da Lucia Franchi e Luca Ricci, diretto da Luca Ricci, prodotto da CapoTrave/Kilowatt – Infinito.
Quello che ci accoglie è un palco piccolo, raccolto. Alcuni gradoni da un lato con posti a sedere, alcune sedie dall’altro lato. La scenografia semplice, essenziale, un tavolo come centro del tutto. Lo spettatore è parte della storia, quasi mescolandosi agli attori. E da subito, senza troppi preamboli, si entra nel vivo del racconto. A San Verdiano è tempo di referendum, per decidere l’eventuale autonomia della cittadina di provincia dall’Italia. La storia si sviluppa su tre giorni: il giorno antecedente, il giorno stesso e quello successivo al voto. Ispirata alla vicenda storica della Repubblica di Cospaia, tra Umbria e Toscana, un piccolo lembo di terra che, a causa di un errore di tracciamento di confini, restò indipendente dal 1440 al 1826: niente tasse, niente esercito, niente carceri, solo puro spirito indipendentista.
Un pezzetto di storia attuale, come attuale è la tematica raccontata da Franchi e Ricci. Caterina, Corrado e Lorenzo sono i tre protagonisti, fratello e sorella i primi due, ex innamorati ed ex complici Caterina e Lorenzo. La vicenda è subito permeata di un non detto, di qualcosa rimasto in sospeso fra i tre che emergerà piano piano, in un crescendo fino all’esplosione finale dove, come spesso nella vita vera, a pagare è solo uno: il più debole? Il più stupido? Il più innocente o semplicemente chi non sa giocare bene le sue carte? Ci lascia in sospeso la storia, i due autori non si schierano, non ci lasciano capire chi, secondo loro ha ragione, cosa sia giusto o sbagliato. La storia raccontata offre possibilità di interpretazione e ogni spettatore interpreta come/quel che vuole. Non si tratta solo di idee politiche in conflitto, ma di modi di vivere diversi, di approcciare la realtà, ognuno come meglio crede e può. L’eterno conflitto tra chi se ne va per (ri)costruire qualcosa, e chi per farlo invece resta; tra chi ha il coraggio delle proprie azioni e chi proprio no, per paura, fragilità, tornaconto? Tra chi parla alla pancia e al sentimento e chi pretende che si parli dritti al cervello, raccontando le cose per intero e non solo a metà, quella metà che fa comodo.
Ormai rodato il sodalizio Franchi/Ricci che porta in scena personaggi ben definiti, ognuno con le proprie idee, tracciabili anche solo con poche parole. Lorenzo che chiama la cittadina “San Merdiano”. Per chi sa conoscerli/riconoscerli, non mancano piccoli riferimenti all’infanzia e adolescenza dei due attori, senza scadere nella malinconia o perdere il punto sul presente. Altrettando rodato è il trio di attori: Simone Faloppa, Gabriele Paolocà, Gioia Salavatori, versatili e sul pezzo.