“Petrolio – una storia a colori” di Beatrice Gattai e regia di Alessio di Clemente al Modus Verona
Il Modus di Verona, con la rassegna Tu Donna, ha sempre il coraggio e il desiderio di portare in scena spettacoli innovativi, forti e originali, qualcosa che non si dimentica tanto facilmente. Così è stato con “Petrolio – una storia a colori“, scritto e interpretato da Beatrice Gattai, Alessio di Clemente e Francesco Centorame, andato in scena il 1° e 2 novembre.
Tutto gira attorno a Maria, nome emblematico per una donna che si prostituisce nella sua piccola casa, e che ha instaurato una sorta di relazione sesso e finto amore con un cliente in crisi coniugale e con un ragazzo affetto da disabilità. I temi trattati sono molti, tanti quanti i tabù che li imprigionano, a cominciare dalla sessualità delle persone disabili, che hanno desideri tali e quali qualsiasi essere umano. Il testo scritto e pensato da una donna ha una chiarezza e una profondità eccellenti e infatti – fin dal principio – la prostituta, che per i clienti assume identità diverse, ha una grande capacità di ascolto, è madre e compagna e partner sessuale. Comprende i suoi clienti e cerca di aiutarli nelle loro vite in crisi, usa la sua sensibilità per entrare in empatia con loro e con le persone che li circondano.
La regia è di Alessio di Clemente, che troviamo anche nel ruolo del marito che tradisce la moglie, perchè con una prostituta non sussiste il pericolo del coinvolgimento emotivo, o per lo meno così crede. Problemi di matrimonio per figli desiderati e non nati, tentativi estenuanti fallimentari, incubi terribili e angosce quotidiane. Maria lo accoglie nella sua culla, cerca di comprendere se quell’uomo per il quale forse potrebbe provare un reale sentimento, ha valori e una morale sana, quindi cerca di spingerlo nuovamente verso quella moglie rimasta sola e ferita. Ma questo tipo di uomo pare avere un ego che lo rende violento, falso, anche se con questa donna cerca di trovare la sua Isola che non c’è.
La prostituzione esiste da sempre, chi la considera uno sfogo che permette il mantenimento dell’ordine della società e chi la condanna proprio per lo sfruttamento e il degrado in cui spesso vengono costrette le donne. Nell’immaginario esiste la puttana, infatti la protagonista insiste a sottolineare che esercita la professione della prostituta. Non è una puttana, è una donna e in secondo luogo è anche un’artista assai talentuosa. Si circonda dei colori luminosi che nella vita reale non è ancora riuscita a trovare, ma ha solo potuto immaginare. Il petrolio è denso, vischioso, nero e senza speranza, arricchisce ma alla lunga può strappare vite. Perché una donna, giovane e bella, decide di fare sesso a pagamento? Qual è il confine tra la vita desiderata e la vita obbligata, come si fa a rientrare?
Francesco Centorame rappresenta uno dei tanti tabù sessuali difficili a morire, la sessualità e i sentimenti delle persone diversamente abili. In Europa esistono delle figure che si chiamano assistenti sessuali e che si occupano della sfera intima delle persone, c’è una forte presa di coscienza e di conseguenza un movimento organizzato e sano per restituire benessere. La prostituta, o anche i familiari stessi, sono quasi sempre stati gli artefici della soddisfazione sessuale dei disabili, considerando anche l’uso di farmaci per inibire i desideri. Maria è complice della madre del ragazzo, si telefonano per darsi appuntamento, c’è un affetto e un voler essere alleata per rendere più semplice la loro vita.
“Petrolio”, in un atto unico, racconta tre vite che si intrecciano e che pulsano, attorno alla luce di Maria che ha carattere e forza, sogna per se stessa e per gli altri, rappresenta tutte le donne ma non ha ancora avuto la possibilità di vivere la vita che davvero si immagina.
Silvia Paganini