“Perdersi” di Elizabeth Jane Howard
Elizabeth Jane Howard possiede un’abilità narrativa strabiliante. La sua scrittura, all’interno delle pagine, è vera, precisa, ammaliante con un inizio ad impatto.
“Mi ha lasciato. Quest’ultimo colpo, il più tremendo di tutti, mi ha messo al tappeto. Non riesco a soffermarmi su questo pensiero abbastanza a lungo da farmi un’idea pur vaga del perché sia accaduto”.
Chi è Henry Kent? La scrittrice sa bene come presentarlo ai lettori inscenando forti curiosità. Henry è un uomo che conosce in maniera profonda le debolezze femminili e usa questa sua capacità per i suoi fini. Terribilmente bravo nell’arte della manipolazione e pronto a tutto per ottenere ciò di cui ha bisogno. Vive su una barca che non gli appartiene, approfittando anche della disponibilità dei proprietari della stessa. Ha solo un piano: quello di approfittarsi di donne dal momento che è indigente.
“Molte notti trascorse a meditare sulla questione mi consentirono di definire le caratteristiche della donna che cercavo: una persona che nella vita avesse affrontato modesti ostacoli e che si accingesse a percorrere in solitudine l’ultima tratta. Sfiorita, ma con i segni evidenti della bellezza di un tempo, doveva conservare un’aura di antico romanticismo”.
Una sera si presenta un’ottima occasione. Riesce a scoprire che una signora londinese, Daisy Langrish, ha acquistato un cottage nelle vicinanze e si propone per offrirle il suo aiuto come giardiniere. Del resto l’ha trovata affascinante dal primo istante, ha quasi la sua stessa età e non è impegnata in relazioni sentimentali. Per Henry sarà facilissimo invadere l’intimità di Daisy e riuscire a carpire più informazioni possibili sul suo conto per corteggiarla prima e per averla in pugno poi.
“Perdersi” di Elizabeth Jane Howard (Fazi Editore, pp. 418, euro 19,00) è un libro in cui si alzano due voci: una maschile e una femminile. La scrittrice si mette a nudo e condivide con i lettori, in forma romanzata, una brutta esperienza vissuta in prima persona. Consigliato a tutti i lettori voraci.
Debora Colangelo