“Perché lasciarsi andare quando fuori c’è l’apocalisse?” Intervista alla rock band Hyndaco
Attitudine grunge, testi decadenti e tanta personalità. Questi gli ingredienti della musica degli Hyndaco, talentuosa formazione di Cesena che sta facendo bene con i recenti singolo “Radioaktiv” e “Dandelion Dreams”. Per noi di Modulazioni Temporali e il momento giusto per intervistarli.
Ciao ragazzi, ci raccontate quando vi siete incontrati e quando avete capito che insieme potevate essere una band?
Le prime jam sono partite ai tempi del liceo, in un’atmosfera dove c’era tanta timidezza quanta spregiudicatezza. Quando ci siamo accorti che assieme riuscivamo a portare a compimento le nostre idee meglio di quanto non eravamo riusciti a farlo da soli, abbiamo capito che c’era qualcosa di speciale.
È uscito “Radioaktiv”, il vostro nuovo singolo. Ci parlate di questo brano?
Si può definire come una ballad shoegaze. Al suo interno, una sequela di immagini surreali fanno da sfondo ad un rapporto che, pur facendo malissimo, continua a trascinarsi senza fine. Perché lasciarsi andare quando fuori c’è l’apocalisse?
Cosa differenzia “Radioaktiv” dal precedente “Dandelion Dreams”?
Un’atmosfera più riflessiva, malinconica, decadente. “Dandelion Dreams” ha la foga di chi vuole rivalsa dopo esser stato ignorato tutta la vita. In “Radioaktiv” c’è invece l’impressione che sia troppo tardi per reagire – la sensazione è che la fine sia vicina. Se si tratta di un’epifania o di un ostacolo momentaneo, non sta a noi dirlo.
Quali sono i musicisti che vi hanno maggiormente influenzato?
Senza stare a parlare dei soliti paladini del grunge a cui chiaramente ci rifacciamo, citerei Jimi Hendrix, il cui stile inconfondibile ed inimitabile ha aperto una breccia nel mondo della musica da cui ancora oggi tutti pescano, ma anche Nick Cave, che con i suoi Bad Seeds ha dato nuovo senso al rock ‘n’ roll, scrivendo nel contempo anche tanti testi meravigliosi. E i Beatles.
E altri artisti? Pensiamo a pittori, scrittori, filosofi…
Ce ne sono tantissimi. Infiniti probabilmente. Il post-modernismo di Tarantino non ci abbandona mai, poi potremmo citare lo scrittore Aldo Nove, la serie tv Breaking Bad, i quadri di Velazquez, i riferimenti sono i più disparati.
Quali sensazioni scatena in voi il fare musica e il suonarla dal vivo?
Liberazione dal giogo della mondanità, sostanzialmente. Suonare dal vivo è una rivincita contro le regole e le norme a cui tutti siamo più meno costretti ad adeguarci costantemente nella vita.
Siete pronti per pubblicare altro? Se sì, cosa dobbiamo aspettarci?
A breve uscirà il disco completo, precisamente il 22 novembre. Il titolo è “No Ball Games”, ovvero: Vietato giocare con la palla.
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