Per tutti i “no” che rivelano le strade – VASSILISSA E LA BABARACCA ieri al teatro Garibaldi di Bisceglie
C’era una volta (e sono sicura che c’è ancora) una bambina di nome Vassilissa abituata a dire sempre sì, solo sì, sì mamma, si papà, sì a tutti pur di essere amata. Vassillisa è la figlia perfetta che qualunque genitore vorrebbe: non si oppone, non protesta, non fa nulla di diverso da quello che gli viene chiesto. Vassilissa si prende cura degli adulti come se l’adulta fosse lei.
Questo è lo spettacolo andato in scena ieri 18 febbraio al Teatro Garibaldi di Bisceglie, una storia, quella di Vassillissa, come poche, raccontata dalla sapienti mani della compagnia teatrale Kuziba. A dare corpo e voce alla dolce bambina è Annabella Tedone accompagnata in scena da Bruno Soriato, la Baba Jaga e non solo, con la regia di Raffaella Giancipoli.
In scena i personaggi erano in tre, oltre a quelli di Soriato e Vassillissa, c’era un enorme corpo, una grande baraccata dalle varie forme e funzioni: prima letto, poi casa e, infine, ancora casa passando per la baracca della Baba Jaga. Un grande oggetto di scena costruito per lo più con materiali da riciclo ha incantato grandi e piccini e le varie atmosfere erano amplificate dalle musiche di originali Mirko Lodedo e Francesco Bellanova incorniciate in definite e ambrate luci di scena. Vassillisa ha l’arduo compito di recuperare il fuoco, il fiore rosso, dalle grinfie della temibile strega Baba Jaga ed è proprio con lei che Vassillisa impara a dire no, a crescere e a confrontarsi con il mondo ed è questo che risuona in lei attraverso il corpo e la voce di Annabella Tedone, un’interpretazione magistrale, poetica che ben si intreccia con quella di Bruno Soriato, che ha colpito tutti per l’utilizzo impeccabile degli oggetti, delle mani e delle ombre malesi. Uno spettacolo unico, che pone davanti un grande dilemma quello di amare nonostante le proprie idee, il proprio io, il proprio credo, cultura, religione, e non c’è modo migliore che insegnarlo ai ragazzi attraverso il teatro: veicolo di idee, ma anche di emozioni; e se davvero si impara da piccoli a diventare grandi, i piccoli che ieri affollavano il Teatro Garibaldi hanno ricevuto un grande dono e un grande insegnamento di amore e pace sempre più rari nella nostra società.
Uno spettacolo, questo, disarmante e poetico al tempo stesso con un messaggio forte e chiaro quello di dire sempre ciò che si pensa, di esprimere il proprio io, il proprio sentire senza paura di non essere amati, accettati, riconosciuti, visti.
Annarita Amoruso