“Per favore non uccidete Cenerentola” al Teatro Martinitt di Milano
Venerdì 6 dicembre, nel pieno del fervore per il ponte (mancato) di Sant’Ambrogio, tanta gente distinta attendeva rilassata l’inizio dello spettacolo “Per favore non uccidete Cenerentola”– di Riccardo Mazzocchi e con la regia di Roberto Marafante – che si ispira, già dal titolo, a una delle fiabe più romantiche della letteratura. Si sa che un teatro storico come il Martinitt di Milano riserva sempre grandi sorprese. E così è stato.
Un eccezionale Ludovico Fremont, volto noto a molti dei presenti per aver interpretato la serie tv “I Cesaroni”, dà il calcio di inizio allo spettacolo. Il suo nome è Glauco e, da solo, nell’intimità della sua casa, sta incidendo su un piccolo registratore uno dei suoi primi ricordi di infanzia. Sembrano rievocazioni sofferte, dal tono drammatico ma con un pizzico di sana simpatia che spezza la tensione in sala. I suoi ricordi e i suoi pensieri lo catapulteranno in un dialogo continuo con i suoi scheletri nell’armadio. Dialoghi forti e scattanti che ruotano attorno al concetto di amore, di solitudine, di amicizia intesa come solidarietà e di paura del futuro. Il ricordo nitido della moglie defunta Teresa, interpretata da una sapientemente frizzantissima Valeria Monetti, si interseca nei discorsi con il suo inseparabile amico d’infanzia Leonardo, incarnato da un esplosivo e sarcasticamente lucido Sebastiano Colla. Leonardo c’è da sempre nella vita di Glauco e ci è sempre stato, nei momenti più belli e anche nei momenti più difficili. Una presenza così tangibile da essere diventato una importante figura di riferimento anche per i due figli gemelli di Glauco, maschio e femmina, interpretati da due Enrico Torzillo e Susanna Laurenti. I due ragazzi sono prossimi alla maturità e portano sul piatto inquietudini e domande proprie della loro età, con annessi comportamenti e reazioni, che seppur apparentemente scontate, sono state rese con grande maestria e originalità. È proprio il distacco con i figli che sognano di andare all’estero per progetti ambiziosi che ha fatto crescere la paura in Glauco di rimanere nuovamente solo dopo essere costretto a subire tutti i giorni la mancanza della moglie. Un nuovo cambiamento atteso e non voluto che lo rende nuovamente vulnerabile, forse più del solito.
Uno spettacolo che è un elogio alla diversità e alla felicità, che fa riflettere sul fatto che ognuno di noi non è altro che una Cenerentola alla ricerca della propria scarpa che va trovata e calzata.
In scena fino al 15 dicembre al Teatro Martinitt di Milano.
Luigi Barbetta