Per amore della poesia – Fabrizio Gifuni legge Giorgio Caproni
Il Teatro Franco Parenti di Milano conclude domenica 10 giugno la serie di fortunati incontri che hanno portato nel cuore e sul palco la voce della poesia. Fabrizio Gifuni legge in pubblico la poesia di Caproni per la prima volta e chiude in modo prezioso questa rassegna di grande successo e che ci auguriamo possa continuare ed evolversi anche nella prossima stagione del teatro. La poesia italiana è ricca di esponenti importanti e dai cui versi emerge musicalità, vita, dolore e non tutti siamo consapevoli o conosciamo questa grandissima ricchezza. Il teatro si fa portavoce per conoscerla e diffonderla, la poesia.
Giorgio Caproni è un importante esponente del ‘900 che difficilmente si studia a scuola, ciò rende la sua poesia ancora più importante ed è giusto che venga divulgata e conosciuta. Fabrizio Gifuni è un diamante del teatro italiano e impersona, nella sua lettura, l’autore stesso, iniziando col dire “il poeta è un minatore”. Da questa frase è già chiaro quello che racchiude il senso della poesia con tutto il suo universo da scavare e scoprire per meravigliarsi ad ascoltare suoni e musicalità della rima o, in questo caso, “la fatalità della rima”. Gifuni vive in se stesso i versi del poeta livornese, che arrivano tutti, con corpo e voce, al pubblico, che li assorbe, di cui si sazia senza tregua. Ascoltiamo, tra gli altri, versi da “Passaggio d’Enea”, “L’ascensore”, “Il seme del piangere”, “I versi livornesi”, ma anche riflessioni sul fatto di leggere la poesia in pubblico o di farla leggere agli attori, perché “la poesia va letta in privato e non detta in piazza”.
Una serata piena di intensità che si conclude in crescendo, col fiato sospeso, con la poesia “Litania”, dedicata a Genova, di forte impatto emotivo. Un meritatissimo bis, acclamato e gustato, che fa rivivere la figura divertente del preticello.
Un’altra serata magica a fine stagione con Gifuni/Caproni, assolutamente sublime.
Roberta Usardi