“Pensare come pregare. Questioni di etica, scienza, filosofia” di Francesco di Maria
Francesco di Maria fa parte del folto gruppo di pensatori “in rivolta contro il mondo moderno”. All’interno di questa corrente, occorre precisare, si muove una rosa di sottogruppi alquanto frastagliata. La Rivolta di Julius Evola, ad esempio, avviene all’insegna di un neopaganesimo che recupera temi del mitraismo e del platonismo dell’età imperiale (Oracoli caldaici, Giamblico, ecc.). Abbastanza vicine a questa posizione sono alcune logge massoniche, che, oltre a riconoscere l’esistenza di un Grande Architetto dell’Universo, si caratterizzano anche per l’interesse verso i culti orientali (Mitra, Iside e Osiride, ecc.). Anche il marxismo può far parte della grande corrente dei rivoltosi, ma con delle distinzioni sulle quali tornerò. La rivolta alla quale si lega maggiormente Francesco di Maria è quella del cristianesimo radicale propagandato dal cardinale Joseph Ratzinger, più noto come Papa Dimissionario e successivamente Papa Emerito. Dal punto di vista culturale e filosofico, i bersagli del cristianesimo radicale professato dall’autore sono essenzialmente due. Il primo, l’idea che sia possibile quella che pensatori laici come Lecaldano chiamano «un’etica senza Dio»; il secondo, l’evoluzionismo darwiniano e soprattutto il relativismo culturale, che in qualche modo avrebbe contagiato anche la Chiesa cattolica moderna, generando lassismo ed eccessiva tolleranza verso ogni opinione, e quindi, inevitabilmente, il misconoscimento delle verità rivelate dal Cristo nato, morto e risorto. Si potrebbe obiettare che l’etica senza Dio si risolve, come diceva Hegel di Kant, ad avere il proprio padrone dentro di sé invece che fuori di sé. Per quanto riguarda il relativismo e Darwin, sono da sempre le bestie nere di parecchi pensatori, oltre a quelli in rivolta contro la modernità: anche Croce, che era un laico, fremeva di orrore davanti a Darwin. Tuttavia non saprei quanto sia corretto qualificare le due posizioni come «moderne». Esse in realtà sono molto antiche, perché risalgono all’atomismo da un lato («Democrito, che il mondo a caso pone») e alla sofistica e allo scetticismo dall’altro.
Passando ora al piano sociale ed economico, “Pensare come pregare. Questioni di etica, scienza, filosofia” (Stamen, Roma 2020, pp. 454, euro 20) di Francesco de Maria entra, polemicamente, nel vivo degli aspetti più noti del mondo moderno, come la globalizzazione, lo smantellamento neoliberale dello stato sociale, con la conseguente perdita del controllo dell’economia e quindi della sovranità nazionale. Questa è sicuramente la parte più interessante del libro, che oltretutto offre una sponda al marxismo radicale di autori come Aldo Zanardo o soprattutto Mario Tronti, l’autore del famosissimo Operai e capitale. Dal confronto con Tronti emergono aspetti forse meno noti delle sue più recenti posizioni. Tronti appare convinto, infatti, che una vera sinistra, che voglia anche trasformare il mondo, «non può non avere dentro di sé un’anima di cristianesimo radicale». L’irruzione di Gesù nel mondo, secondo Tronti, annuncia un antimondo, quindi la possibilità di una trasformazione radicale. Tale trasformazione, tuttavia, si concretizza nello sforzo, che unisce la vera sinistra alla Chiesa, di «trattenere la modernità, ritardare l’accelerazione dello sviluppo». Questo programma politico, che ovviamente, Francesco de Maria condivide, crea parecchi problemi al marxismo, perché in realtà Marx era un «accelerazionista», nel senso che accelerando lo sviluppo del capitalismo si accelerava anche la data della Rivoluzione. L’inversione di rotta che il nuovo programma presuppone fa arretrare il marxismo su posizioni difensive, ed è il sintomo del suo fallimento come speranza di palingenesi universale.
Luciano Albanese