“Paura verticale” – Brividi con Linwood Barclay
Tutto inizia di lunedì, quando quattro persone salgono su un ascensore di un grattacielo di Manhattan. Ciascuno preme il pulsante del proprio piano, ma l’ascensore continua a salire, senza sosta, fino al quarantesimo piano, l’ultimo. Una volta lì, si ferma per alcuni istanti, poi comincia a riscendere. Giunto al ventinovesimo piano, si blocca di nuovo. Pochi secondi di ansia e sconcerto, poi l’ascensore inizia a precipitare vertiginosamente, schiantandosi e uccidendo i passeggeri al suo interno. Sembra trattarsi di un incidente orribile, ma casuale. Il giorno dopo, però, un altro ascensore fuori controllo, in un altro edificio di Manhattan, causa la morte di una persona. E quando il mercoledì ci si trova ad affrontare la terza tragedia, opera dell’ennesimo ascensore impazzito, New York precipita nel caos. Ormai è chiaro che non si tratta più di una coincidenza, ma di un piano calcolato per mandare nel panico la città. E sta funzionando. Chi sta facendo tutto questo e perché? C’è la mano del terrorismo islamico? Oppure è opera dello stesso gruppo estremista che ha già fatto esplodere delle bombe in altre città degli Stati Uniti? E c’entra in qualche modo il cadavere trovato sulla High Line, a cui è stato sfigurato il volto e sono state mozzate tutte le dita? Trovare una risposta è una corsa contro il tempo, prima che il Top of the Park, l’ultimo audace grattacielo della città, venga inaugurato il venerdì sera.
Che cosa accadrebbe se a New York, una delle città più verticali del mondo, all’improvviso gli ascensori impazzissero, uccidendo le persone intrappolate al loro interno ?
“Paura verticale” edito da Nutrimenti Edizioni (pp. 507, euro 20) è l’ultimo libro di Linwood Barclay, uno dei maggiori scrittori di thriller del Nord America, autore di libri da milioni di copie. Per chi non conosce questo scrittore, si troverà di fronte a una piacevolissima scoperta. La trama scorre veloce, non risulta mai prolisso o noioso, anzi, spesso ci si ritrova a non interrompere la lettura tra un capitolo e l’altro per la curiosità di andare avanti. I capitoli sono brevi e si susseguono a un ritmo incalzante, cambiando sempre il punto di vista dei personaggi. Anche se tutto il racconto ruota intorno alla protagonista Barbara Matheson, incuriosisce scoprire man mano anche la caratterizzazione di tutti i personaggi secondari; questi vengono descritti ottimamente e si ha sempre la percezione degli status emotivi di ogni singola figura. Molto interessante è la figura del sindaco di New York Headly, le cui scelte risultano credibili e condivisibili, grazie anche a un esplicativo flashback che lo vede in un periodo molto importante della sua giovinezza.
L’attenzione del lettore viene catturata sin dalle prime pagine per poi crescere fino ai colpi di scena finali, alcuni dei quali, forse un po’ troppo forzati. La scrittura è semplice e diretta, senza artifici letterali che appesantirebbero inutilmente la lettura. Personaggi ben caratterizzati, storia accattivante, stile di scrittura semplice e lineare, cosa voler di più da un thriller ?
Christian Vaccaro