“Pater”, l’ultimo romanzo di Domenico Capopardo
Cataldo Giammoro è il protagonista di “Pater” (Inanieri Edizioni, pp. 256, euro 18) l’ultimo romanzo dello scrittore ed ex magistrato siciliano Domenico Capopardo.
Cataldo è un giovane nato nel ’23 a Monturi Marina, piccolo paese della costa ionica siciliana; un giovane di buona famiglia, figlio di un imprenditore agricolo che faceva “vita appartata” e, come ricorda lo stesso Cataldo, “si faceva gli affare propri e se li sapeva fare”.
Balilla da adolescente, diserta non appena ricevuta la cartolina, nascondendosi assieme ad altri giovani in un casolare di famiglia fino alla conquista anglo americana. Nel frattempo il padre di Cataldo muore in circostanze non chiare. La causa ufficialeviene attribuita a un infarto, ma un funerale celebrato con un feretro sempre chiuso fa sorgere diversi dubbi sulla reale causa del decesso. Lo zio paterno Basilio suggerisce a Cataldo di far finta di nulla.
“Quella che vi ho detto è la verità ufficiale, quella che dovrete riferire in paese, annunciando che presto ci saranno il funerale e l’accompagnamento. La verità vera è che Guglielmo incontrò mala gente, da cui bisogna stare lontano mille chilometri, soprattutto tu Cataldo: mai una parola di vendetta. Solo rassegnazione. Rassegnazione e fede in Dio”.
Cataldo si laurea in giurisprudenza, si sposa con la cugina Liborietta e si avvia a una brillante carriera di avvocato, in una Messina del dopoguerra in piena ricostruzione. Avido e astuto, il giovane abbandona ben presto ogni sorta di scrupolo e approfitta di ogni situazione per ampliare la propria rete di affari.
Intrecci malavitosi, appalti truccati, mafia, corruzione: Cataldo si muove con la massima naturalezza nella rete che lui stesso ha contribuito a creare e che lo rende ben presto “Pater”, boss infiltrato e calato in ogni realtà politica e criminale dell’isola.
L’ ascesa di Cataldo, che sembrava inarrestabile, subisce una battuta d’ arresto quando incontra due ufficiali della guardia di finanza.
Liborietta, Cataldo e i due ufficiali sono i personaggi che accompagnano il lettore fino alla fine del romanzo, quando la lotta all’antimafia si intreccia alla storia del protagonista.
Cacopardo ci racconta una storia con situazioni assolutamente plausibili e che lui, viste le origini siciliane e soprattutto per il proprio lavoro, deve aver conosciuto molto bene.
“Pater è anche uno spaccato su un pezzo di storia italiana e siciliana, perché tanti sono gli episodi che ricordano eventi del nostro recente passato: quando l’illecito era la normalità, quando la corruzione era parte di ogni appalto, assunzione o decisione, quando sembrava non si avesse altra scelta che seguire l’illegalità per non affondare.
“Pater” è storia di mafia e di atteggiamenti mafiosi, di decisioni scellerate prese solo per proprio tornaconto e di clientelismo che Cacopardo descrive con un linguaggio fluido che porta il lettore, pagina dopo pagina, ad essere coinvolto nei meccanismi della logica mafiosa di Cataldo.
“Pater” è anche sapori e profumi di Sicilia, è pupetti, è pani, è tuma ma è anche giuggiulena e pasta ‘fornata, solo un accenno all’interno del romanzo che basta comunque per far riemergere ricordi preziosi se la Sicilia ce l’hai nel cuore.
Anna Lisa Coletta