“Passi Stracciati” di Erri De Luca
“…mettere il piede
sopra una mina paziente
che aspettava il mio peso distratto.”
Bosnia. Un ospedale psichiatrico. Terra arida, desolata. Un popolo solo, lasciato nell’indifferenza della comunità internazionale, aiutato dai volontari, tra cui lo scrittore Erri De Luca.
“Vado con loro perché da solo non avrei mai trovato o nemmeno cercato la pace, la pista per metterci i passi”
E poi poesia. C’è Glazba, sedici anni. È lei che sussurra la sua lingua, in questo luogo di follia, da dove riesce a scorgere ancora amore. Amore terribilmente negato dalla realtà delle fotografie scattate dopo la guerra nella ex Jugoslavia. C’è sangue di morte. E sangue di vita, per Glazba.
È tutto “in una fotografia, una lettera, un fazzoletto”. La pazzia dentro assume una forma più normale di ciò che sta accadendo fuori. Glazba che da ombra diventa musica.
Come “Passi Stracciati” (Voglino Editrice 2019, pp. 94, euro 15) sono le poesie di Erri De Luca, introdotte dalla prefazione di Paolo Verri e accompagnate dalle immagini in bianco e nero di Claudio Massarente. Sguardi su un paese che scompare. Parole che danno spazio agli ultimi, a chi si è perso senza più ritrovarsi, ancorato alla bellezza delle piccole cose, a chi muore senza accorgersene, stringendo un pugno.
“Non erano barche
e noi non eravamo un porto…”
Una raccolta che nasce come monologo al femminile per Renzo Sicco e Assemblea Teatro, riportato in scena nel 2018 per il quarantennale della legge Basaglia; sono le parole di una donna folle sul dolore, parole che dignitosamente – grazie all’attrice Eliana Cantone – si sono fatte nuovamente strada tra la guerra per divenire amore.
Marianna Zito