Paradisi senza luce di Damiano Dario Ghiglino
“Bisogna lottare contro se stessi per essere felici”, esordisce così Damiano Dario Ghiglino nel suo romanzo breve “Paradisi senza luce” (Studio64 Edizioni, pp. 71, euro 5,99 – e-book euro 0,99), storia di un adolescente alla ricerca della propria identità nel difficile passaggio all’età adulta. Il protagonista è un ragazzo comune e, per chiarirlo meglio, l’autore sceglie per lui un nome che potremmo definire insignificante: Mario Rossi. Un testo a tratti difficile, dove spesso viene utilizzato lo slang adolescenziale per provare a dare voce a quell’universo di inquietudini che è racchiuso in un’anima. Pensieri che vengono fuori e che Damiano Dario Ghiglino, mostrando il proprio “paradiso senza luce”, dona senza riserve, mettendo a nudo anche le emozioni più intime. Mario percepisce il mondo degli adulti come un posto dove regna l’ipocrisia, un mondo dove è difficile mantenere una propria identità. E, attraverso esempi di un vissuto quotidiano di un quattordicenne, non possiamo che fermarci a riflettere: cosa mostriamo ai giovanissimi noi adulti ogni giorno? In quale disorientamento interiore facciamo precipitare la loro giovanissima vita, mostrandoci così incoerenti?
Mario sa che deve morire ma, per quanto inevitabile sia il suo sentire, non vuole morire. E lo esprime con tutta l’innocenza di un adolescente che aspetta una stella cadente.
“Il mio compleanno è poco prima di S. Lorenzo, la notte delle stelle che cadono. Mi piace pensare che quella sia la vera festa, quando vado in giardino e calpesto l’erba umida della sera a piedi nudi. Quando io e mamma ci stendiamo su una piccola stuoia e puntiamo gli occhi su verso il cielo e con lo sguardo fisso sulle stelle attendiamo che almeno una si stacchi e cada quaggiù. Ogni volta che scorgiamo, anche di sfuggita, una scia luminosa, esprimiamo sempre un desiderio. I miei li tengo segreti. Mamma li dice. Questa volta per ogni stella cadente ho espresso quasi sempre lo stesso. Non voglio morire. Non voglio morire. Non voglio morire. Non voglio morire. Voglio vivere. Alla sesta stella ho cambiato. Perché a volte voglio vivere veramente. A volte mi basta non morire.”
In un’apparente carenza di rapporti autenticamente affettivi, Mario Rossi costruisce un’amicizia profonda con Vittorio, Vic, che è di poco più grande di lui e che, come lui, ha un’anima tormentata. Li accomuna la stessa visione del mondo. La stessa percezione del mondo degli adulti. Eppure, Mario Rossi consegna del mondo degli adulti sì una visione molto ben delineata, permea di una immensa infelicità, ma ci avvisa anche: “In ogni caso, dentro gli adulti c’è sempre la possibilità di quella che io ho sempre chiamato “la svolta”…”. Un momento di consapevolezza che permette di vedere chiaramente sé stessi, i passi fatti, la direzione presa. In quel momento si hanno due possibilità: morire dentro per sempre o rinascere a nuova vita.
Damiano Dario Ghiglino è nato a Genova nel 1990. “Paradisi senza luce” (2013) è il suo primo romanzo. Una lettura interessante, che consiglio soprattutto agli adulti, perché volte non riusciamo a comprendere i giovani, persi nel loro infinito silenzio, barricati nelle loro camere che diventano il loro posto sicuro, al riparo da noi. Leggere cosa pensano attraverso giovanissimi autori, ci aiuterebbe a comprendere il loro paradiso senza luce. O anche solo a guardarlo insieme a loro. Vedere cosa vedono loro. Come vedono noi, gli adulti. E questo, forse, aiuterebbe a colmare un po’ le distanze. Creerebbe quel ponte tra noi e loro sul quale incontrarsi. Senza pregiudizi, provando ad accogliere il loro punto di vista.
Letizia Chippari