“Ottone” – La rabbia di Xhenet Aliu
“E quando l’ultima fonderia di ottone chiuse i battenti levandosi dalle palle una volta per tutte, lasciò me con un salvadanaio con cui non potevo permettermi neanche lontanamente quel coupé da urlo su cui sognavo di dire addio a Waterbury schizzando via così in fretta da non preoccuparmi nemmeno di lasciare scie fiammeggianti sull’asfalto a mo’ di saluto”.
“Ottone” comincia con un carico di rabbia. Ogni pagina di questo romanzo ne è piena ed è sempre in fase di ebollizione. La carica con cui la scrittrice Xhenet Aliu scrive ci accompagna fino alla fine, dopo averci presentato due forze della natura: Elsie e Luljeta, madre e figlia, pronte in qualunque momento ad abbandonare il Connecticut o, più precisamente, Waterbury. Il romanzo viene alternato ai pensieri e alle vite di Elsie e Luljeta con un preciso sbalzo temporale. Comincia Elsie, la giovane nipote di immigrati lituani, cameriera presso il Betsy Ross Diner che si innamora del cuoco albanese Bashkim.
“Mi ritrovai invece con un lavoro al Betsy Ross Diner come scodellatrice di poutine e spanakopita per lavoratori del terzo rango in procinto di iniziare o appena usciti dalle loro attività di guardiani di ospedale, macchinisti o spacciatori di infimo ordine. E mi ritrovai anche con Bashkim, lo chef albanese di un diner greco col nome di una patriota americana”.
Uno dei problemi di fondo di questa storia d’amore è che Bashkim ha già una moglie. In Albania. E dice a Elsie di pensare alla relazione che stanno vivendo senza troppi sensi di colpa. Mentre Luljeta, la loro figlia diciassettenne, scopre di non esser stata ammessa alla New York University ed è stata anche sospesa da scuola per una rissa scoppiata a causa di una ragazza di nome Margarita dopo che quest’ultima l’ha insultata.
“E mentre la parola abbandona le tue labbra ti rendi conto che sei in grado di farlo perché ciò che stai provando è più potente ancora della paura: è rabbia. La rabbia non ti è nuova come emozione, ma è nuova la parola a cui la associ, dato che finora l’avevi sempre presa per confusione”.
La rabbia è il filo conduttore attraverso cui si dipana la storia delle due donne. Simmetrie, incomprensioni, emozioni, dubbi caricano il romanzo di polvere esplosiva ad alto contenuto emotivo. La scrittura di Xhenet Aliu è potente e cruda. “Ottone” (Codice Edizioni, pp. 347, euro 19) è un romanzo di formazione in cui si intrecciano duramente le vite delle protagoniste con i loro sogni immagazzinati nelle strade di Waterbury.
Debora Colangelo