“Orgasmo e pregiudizio” al Teatro Ghione di Roma
Sulla scena cinematografica mondiale è comparso nel 2005, il film Orgoglio e pregiudizio (Pride & Prejudice) diretto da Joe Wright, tratto dall’omonimo romanzo di Jane Austen (uno dei più celebri romanzi della scrittrice inglese, pubblicato il 28 gennaio 1813). Il film era una copia molto fedele del libro, tanto da riportarne talvolta frasi citate quasi testualmente. La storia narrava dell’Inghilterra rurale di fine Settecento, in cui un certo signor Bennet viveva nella sua casa in campagna con la petulante, pettegola, imbarazzante moglie e le loro cinque figlie: la dolce Jane, l’intelligente e sveglia Elizabeth, la studiosissima Mary, l’immatura Kitty e la selvaggia Lydia. Lì, la loro vita scorreva tranquilla e serena, ma la madre delle ragazze, ossessionata dal desiderio di trovar loro un marito ricco con cui sistemarle a dovere, fa letteralmente esplodere l’equilibrio familiare quando, nella tenuta vicina a casa Bennet, arriva il giovane e ricco Charles Bingley. Come si può immaginare, ciò provocò un totale cambiamento nella vita delle ragazze.
Ebbene, proprio parafrasando il più noto “Orgoglio e pregiudizio”, al Teatro Ghione di Roma dal 28 Gennaio al 2 Febbraio 2020 va in scena “Orgasmo e Pregiudizio”, con Fiona Bettanini e Diego Ruiz, che sono sia autori sia attori della piéce teatrale, Con la regia di Pino Ammendola e Nicola Pistoia. La scena è oltre modo scarna (scenografie di Mauro Paradiso), con un solo unico grande letto matrimoniale montato sul bordo anteriore del palcoscenico, a un palmo dal pubblico, con una spalliera gigantesca costituita dalla famosa mega-bocca di Mick Jagger alla Rolling Stones, due comodini e relative abat-jour fatte a cuoricini rossi, lenzuola rosse. Gli attori non scenderanno mai dal letto completamente e gireranno attorno a quello sperato talamo fino alla fine dello spettacolo. Accensione e spegnimento delle luci, qualche (pochi) accenni di commento musicale, sono il risultato di un accorto e attento lavoro.
Entrando in teatro, dato l’eloquente titolo, ci si aspetta una piece teatrale roteante attorno a temi erotici, sesso e “compagnia cantante” e, devo dire, si teme che facilmente si vada a cadere in uno sfrenato parolacciaio, battute volgarmente sagaci, turpiloquio da stadio, nudi e seminudi provocatoriamente procaci. Ed invece niente di tutto questo: in quasi due ore di spettacolo, Fiona (Bettanini) e Diego (Ruiz), perché proprio con il loro vero nome si chiamano in scena i due attori, come a sottintendere una vena di realismo che non guasta (non dimentichiamo che loro due sono anche autori dello spettacolo), rimbalzano battute, intrecciano sguardi e atteggiamenti, azzeccano i giusti tempi di uno performance per niente facile, sfiorano e poi affondano nell’eros con una sagacia sorprendente per poi uscirne elegantemente. Le battute arrivano leggere e alcune possono richiedere qualche istante in più per la comprensione: c’era gente che usciva dal teatro ridendo delle battute fatte nei primi 10 minuti dello spettacolo. Ma, anche questo è spettacolo nello spettacolo, le risate in ritardo innescano altre risate. Insomma, due ore a ridere di cuore. Tempi, mimiche, modi, intrecci sono il pane quotidiano di chi fa teatro, ma saperli fare e fare bene non è da tutti. “La commedia ha fatto già ridere migliaia di spettatori, curiosi di spiare questa coppia di amici che si ritrova a dover condividere il letto di un motel”. Bravi tutt’e due!
Giancarlo Filligoi