ONORE AI VIVI di Giovanni Peli
ONORE AI VIVI è quell’inno alla vita che molto spesso dimentichiamo e che – per il poeta, scrittore e musicista bresciano Giovanni Peli – comincia le sue prime note dall’inizio per eccellenza, dal primo battito – “un respiro nell’ecografia” – descritto in questi versi attraverso pensieri onirici che accarezzano tutti i sensi.
Un nuovo inizio che sorge dalle rovine passate. Ed è in questo momento preciso che l’indicibile riprende forma, ritrovandosi parola “così la voce torna da pulsazioni di roccia”, segnando il momento di una mutazione o se vogliamo di una vera e propria rinascita che parte dalla natura, dagli animali e dagli insetti. È il tempo stesso a seguirne il corso rendendoci soli, delineando confini e indirizzandoci verso nuovi orizzonti dove il mare purifica, forse, i nostri rancori mentre ci ritroviamo a fare i conti, faccia a faccia, con noi e il nostro doppio. Doppio incompreso, affranto, ferito e poi curato.
Ma l’annoiata speranza, tra politica e routine, si nutre del futuro che verrà: è poesia, è bellezza in una vita che ci man mano addomestica e ci risana, per lasciarci “in pace coi giorni a venire” a godere questa rinascita, di questo atto rivoluzionario di cui ci parla il poeta “nella libertà di non essere io” ma “l’Altro di sedici millimetri”.
Marianna Zito