“Omicidio a Piazza Bologna. Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti” di Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani
Roma, 12 settembre 1958, “Strangolata nel suo appartamento la moglie dell’industriale Fenaroli”, così titolava Il Messaggero all’indomani del ritrovamento del cadavere di Maria Martirano Fenaroli, nella cucina della sua abitazione di via Monaci 21, nei pressi di Piazza Bologna, a Roma. La vittima viene ritrovata priva di vita nel suo elegante appartamento riversa a terra, strangolata. Un misterioso passato, telefonate anonime, un matrimonio di facciata e il timore di essere derubata avevano tracciato la tormentata esistenza della donna, prima che venisse uccisa. Quale il probabile movente?
“Armando, riepiloghiamo quello che è successo. Cominciamo dall’inizio. Che ne dici?”
“D’accordo… e non trascurare nessun dettaglio, se vogliamo capire davvero come è andata”.
Era cominciato il caso Fenaroli, che il giornalista Fabio Sanvitale e il criminalista Armando Palmegiani analizzano nel loro libro “Omicidio a Piazza Bologna. Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti” (Armando Editore, Collana Inchieste, pp. 208, euro 15) uno dei casi giudiziari più controversi della storia italiana che tenne con il fiato sospeso per anni l’opinione pubblica, divisa tra innocentisti e colpevolisti.
La dote investigativa di Palmegiani guida il lettore nell’appartamento di via Monaci fin dalle prime pagine, alla ricerca di minuziosi dettagli e piccole incongruenze che possono risultare molto significative, mentre l’abilità di Sanvitale suscita l’intessere del lettore in una narrazione vivace e mai appesantita, utilizzando lo stile colloquiale. Quello che traspare nella lettura di questo libro, più di ogni altro aspetto, è la passione che anima questa coppia investigativa: passione per i dettagli, per i misteri irrisolti, per la verità, non tralasciando alcuna pista.
Ed ecco che il mistero di Via Monaci, detto anche Caso Fenaroli, viene analizzato dagli autori ripercorrendo e studiando carte processuali, giornali, interviste, ricostruendo con piglio fotografico l’ambiente e il periodo, con lo scopo di rileggere i fatti con gli occhi e le tecniche odierne, percorrendo e testando la validità o meno di prove e accuse. La distanza di oltre mezzo secolo da quei fatti non mitiga la sensazione che la verità processuale sia lontana dalla verità. Omicidio a Piazza Bologna è consigliato a chiunque ami i cold-case per misurarsi con un crimine rimasto insoluto da oltre mezzo secolo.
Rina Spitaleri