“Ombra mai fu” di Luca Moccafighe, una fiaba grottesca
“Ombra mai fu” di Luca Moccafighe (El Doctor Sax, Beat & Books, pp. 127, euro 10,99) è un libello dal sapore grottesco e nero, che racconta una favola senza lieto fine, ma caratterizzata da un sapiente humour nero. Più che un romanzo, può essere definito un racconto lungo poiché è molto breve, ma non per questo viene sminuito il suo valore.
Due fratelli di sgradevole aspetto e di bassa estrazione sociale, Bernardo e Celeste, scoprono di condividere l’ombra: la sagoma scura giace a terra esattamente a metà tra i due ed è impossibile stabilire a chi appartenga. Sebbene il problema non sia poi di primaria importanza, come fa notare alla coppia un amico anarchico, i due fratelli sono risoluti a risolvere la questione, così si risolvono a vari personaggi illustri del loro paesino: un prete, un avvocato, un politico, un medico e molti altri. Sebbene costoro sembrerebbero avere l’autorità e le competenze per trovare una soluzione, il loro comportamento risulterà comicamente meschino; così Bernardo e Celeste si ritroveranno abbandonati a loro stessi e perderanno molto denaro per consultarli. Si dimostreranno più disponibili i maestri dell’occulto cui i due si rivolgeranno quando la scienza si rivelerà inutile, ma Bernardo e Celeste decideranno di sbrigarsela da soli, con un tragico epilogo.
Il romanzo ha il sapore di una fiaba soprattutto perché le coordinate spazio-temporali sono indefinite. Per quanto riguarda il tempo, le indicazioni sono molto vaghe: “Dunque, si vada ad incominciare questo racconto di accadimenti avvenuti in un tempo né lontano né vicino […]”. Sebbene la descrizione del mondo rurale e semianalfabeta cui appartengono i due fratelli faccia pensare all’Ancien Régime, diversi elementi appartengono quantomeno al XIX secolo: le elezioni si svolgono secondo criteri piuttosto moderni. gli anarchici venivano già discriminati e il medico pronuncia un discorso positivista. Il topos del manoscritto ritrovato, presente nel prologo, accresce l’alone di mistero che circonda l’opera, e l’ambientazione appare molto più remota. “Questo signore, che ci tiene a rimanere anonimo, mi disse di aver trovato questo manoscritto in un anfratto della stalla e che ne ignorava del tutto l’origine […]”. Tale manoscritto è scritto in piemontese, perciò la vicenda potrebbe essere ambientata in Piemonte: “[…] mi condusse a casa sua per consegnarmi dei fogli a righe, ingialliti e consumati dal tempo, di grande misura, scritti in piemontese con quello che sembrava un inchiostro violetto, in una grafi piuttosto chiara […].” La storia si svolge in un paese rurale, che sorge in prossimità di una foresta ed è dotato di caratteristiche ambivalenti: “Il paese di cui racconteremo, e la vallata circostante, assumeva un duplice aspetto a seconda delle condizioni meteorologiche: ridente, seppur con qualche venatura malinconica, quando c’era il sole, inverno o estate che fosse, ma non appena il celo veniva coperto dalle nubi, tutto il circondario diventava di una cupezza quasi soffocante, pareva che ogni bruttura, ogni aspetto inquietante non vedesse l’ora di mostrarsi nel momento in cui spariva il sole, e per qualche strano scherzo della natura, se si fosse potuto guardare quel paesaggio da molto in alto, valle e paese apparivano come un volto preda di un pianto disperato”.
Un altro elemento fiabesco è la presenza della magia: non solo si verificano dei sinistri presagi di sventura, ma i maghi si dimostrano più saggi dei sapienti; inoltre, ciò che ha dato inizio al racconto è un evento magico, vale a dire la condivisione di un’ombra. L’unico personaggio che si rivela veramente competente e in grado di aiutare i due fratelli è un mago, ma tale individuo, più che compiere incantesimi, è un individuo estremamente dotto. Le caratteristiche di tale individuo lo rendono molto simile alle streghe sterminate nell’Età Moderna. “Conoscete il Malleus Maleficarum? […] Eccolo qui! Stampato a Strasburgo nel 1487. Questo è un esempio di cosa può fare l’ignoranza e la cattiveria umana… uomini e donne torturati e condannati al rogo soltanto perché avevano comportamenti fuori dall’ordinario o, ancora peggio, a causa di qualche maldicenza. Dovete sapere che mio padre era un guaritore.” “Ombra mai fu” di Luca Moccafighe è un racconto da leggere in una sera, una favola per adulti che vi farà riflettere portandovi in un’epoca lontana, eppure molto vicina.
Valeria Vite
[…] Articolo pubblicato su Modulazioni Temporali. […]