“OGNI BELLISSIMA COSA” – MONICA NAPPO TRADUCE MACMILLAN
“Every brilliant thing”, scritto nel 2013 dal giovane e premiatissimo drammaturgo inglese Duncan Macmillan con lo stand-up comedian e interprete Johnny Donahoe, è già un classico del teatro contemporaneo. Un vero fenomeno che dal Ludlow Fringe Festival ha poi, per due anni di seguito, conquistato le platee del Fringe Festival di Edimburgo, fino a diventare un fenomeno mondiale.Lo spettacolo arriva finalmente in Italia col titolo “Ogni bellissima cosa”, nuova produzione della compagnia Nutrimenti Terrestri – in questo momento in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano fino al 3 marzo – con la traduzione di Monica Nappo, che ne cura anche la regia. Con una nota di apertura al testo, Macmillan lascia la completa libertà di adattare l’opera e i riferimenti in essa contenuti al paese in cui viene rappresentata. Anche la figura del protagonista può essere interpretata da un uomo o una donna, di qualsiasi età o etnia. La scelta di Monica Nappo è stata quella di una fedeltà soppesata intelligentemente; dal canto suo Carlo De Ruggieri accoglie la sfida di entrare in un dispositivo teatrale che vive di un respiro comune con il pubblico, avvolgendolo, catturandolo, coinvolgendolo passo dopo passo nella narrazione della sua storia.
“Una lista di tutto quello che nel mondo è bellissimo. Di tutto quello per cui valga la pena vivere”. È la lista in cui si rifugia il protagonista a sette anni quando, per la prima volta, si scontra duramente con la paura di perdere per sempre sua madre. L’idea di morte non gli è estranea – l’ha già incontrata quando il veterinario è arrivato a casa per metter fine alla vita del suo cane – eppure è ovviamente nebulosa e ancora incerta, la sua consapevolezza. Ma il tentativo di suicidio, come può comprenderlo un bambino? La sua forza è nella reazione. “1- Il gelato. 2- I gavettoni. 3- Stare sveglio fino a tardi a guardare la TV. 4- Il colore giallo. 5- Le cose con le strisce. 6- Le montagne russe. 7- Le persone che cadono. […]”. Decide di regalare la lista alla mamma – ingenuo, commovente tentativo di esserle d’aiuto – ma non riceverà mai attenzione. Nel frattempo il bambino diventa adolescente e poi adulto, quei fogli spesso rinnegati, nascosti, abbandonati, tornano indietro e sbucano a più riprese nella sua vita, la lista si allunga febbrilmente in esplosioni di vitalità che lo aiutano a riemergere dal buio, costruire relazioni, capire che, nonostante la fatica sovrumana, continuare questo viaggio vale la pena sempre, anche solo per l’eterna sorpresa dei palindromi, per il suono della parola piedistallo, o per la gioia regalata da un assolo di batteria con i bonghetti, all’interno di un brano jazz. Perché la lista si allunga ogni giorno. Lo spettacolo procede lungo la linea di un equilibrio raro tra sorrisi e profondità, tra levità impalpabile e sedimentazione di riflessioni importanti. Il tema della depressione con tendenze suicide è affrontato da Macmillan in maniera precisa e documentata – in filigrana compaiono dati statistici e analisi della risonanza nei mass media – con la volontà di creare una consapevolezza maggiore e necessaria.
Carlo De Ruggieri mette al servizio del testo la sua peculiare sensibilità di interprete, tingendo di ironica malinconia il protagonista. Valorizza ogni tempo comico, è impeccabile nei momenti di improvvisazione, crea un campo magnetico di immediata fiducia col pubblico trascinandolo nell’interazione diretta con naturalezza estrema; arriva dritto al cuore. Lo spettacolo, come la vita, diventa un delicato gioco meraviglioso, ed è bellissimo respirarlo, viverlo, giocarlo assieme.
Mariangela Berardi