“Oblivion Summer Show”, la satira musicale approda al Teatro Sociale di Como
Quali sono gli ingredienti della satira musicale? Prendete delle canzoni conosciute da tutti e ben radicate nell’immaginario collettivo di una nazione: per esempio, i tormentoni estivi o le canzoni vincitrici del Festival di Sanremo. Stravolgetene il testo e la melodia con demenziale irriverenza, con lo scopo di strappare una risata al pubblico in nome della leggerezza, e non necessariamente con l’intento di trasmettere un messaggio profondo. Fate poi interpretare i brani a un gruppo di cantanti carismatici e dalla voce potente e incisiva, abili nel canto quanto nel teatro. Il risultato sarà uno spettacolo che difficilmente potrà essere dimenticato.
L’estate del Teatro Sociale di Como ha ospitato gli Oblivion e il loro spettacolo “Oblivion Summer Show”; il gruppo è formato da tre uomini, Davide Calabrese, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli, e due donne, Graziana Borciani e Francesca Folloni. I cinque hanno raggiunto la fama soprattutto grazie a YouTube, in cui i loro brevi video sono apprezzati dai giovanissimi per la comicità, e dagli insegnanti per la funzione didattica degli show dedicati ad alcuni argomenti trattati a scuola, come la Divina Commedia e i Promessi Sposi.
Le strategie per divertire il pubblico sono molteplici: “mixare” “Generale” di De Gregori ottenendo nuovi significati comici e lievemente scurrili, menzionare tutte le canzoni vincitrici di Sanremo in pochi minuti, raccontare una storia modificando il testo dei più celebri brani della musica italiana, come nel caso della già menzionata Divina Commedia e di Pinocchio, deridere i grandi artisti come Guccini, parodiare canzoni come “Luca era Gay” e “Domani”, interpretare dei brani di musica rock, strumenti musicali compresi, con la voce. La prova di maggiore abilità è stata data prestando la voce a brani di alcuni artisti italiani sulle note di generi musicali completamente differenti, soprattutto perché spesso gli Oblivion cantavano a cappella.
Nel corso dello spettacolo gli artisti affermano più volte che il loro spettacolo vuole soltanto divertire senza trasmettere alcun messaggio, tuttavia la semplicità del testo e dell’esecuzione è solo apparente, in quanto tali soluzioni derivano da una decennale storia di cabaret, e la qualità dell’interpretazione è altissima, degna di artisti che hanno studiato canto per molti anni. Gli Oblivion sono dunque la prova che lo stile basso non deve mai essere disprezzato: è invece degno di considerazione al pari delle opere più alte. Spetterà poi al pubblico di dimostrare di essere in grado di apprezzare l’opera in tutte le sue sfumature, da quelle più demenziali per i contenuti, a quelle più complesse da un punto di vista tecnico. Pur concedendosi qualche velata allusione sessuale, la comicità degli Oblivion resta all’insegna del buon gusto e della raffinatezza, pertanto, i loro brani sono adatti ad un pubblico di tutte le età.
Gli Oblivion non sono musicisti: le basi su cui cantano sono registrate, ma talvolta i brani sono accompagnati da una chitarra acustica. Le scenografie sono modeste: dei semplici cubi dai colori sgargianti che contengono i vari oggetti di scena, o sui quali i cantanti si esibiscono. Le tinte dei cubi richiamano quelle di alcuni indumenti indossati dagli artisti, come bretelle rosa, bermuda gialli, giacche rosse o rosa. Si tratta di colori giocosi e buffi, che evocano vagamente i costumi dei clown, pur mantenendo una certa eleganza.
È doveroso menzionare la suggestiva location in cui si è svolto lo spettacolo: il Teatro Sociale ha costruito un palcoscenico nell’arena posta sul retro, pertanto gli Oblivion si sono esibiti sotto le stelle di un’incantevole cielo d’estate, tra le mura medievali della città di Como e nei pressi dell’incantevole palazzo ottocentesco del teatro. L’allegria, la freschezza e la spensieratezza, ma anche la professionalità, la padronanza della voce e la passione degli Oblivion hanno regalato ai comaschi una serata di grande musica e divertimento.
Valeria Vite
Fotografia di Laila Pozzo
[…] Articolo pubblicato su Modulazioni Temporali. […]