“Obbligo di (in)fedeltà” arriva al Teatro Martinitt di Milano
Il Teatro Martinitt, che cambia di volta in volta pelle per lasciar spazio a tutte le sfaccettature della cultura artistica, ospita un pezzo di California e si trasforma in una finestra sul mondo paiettato di Hollywood.
Dal 20 febbraio al 8 marzo è “Obbligo di (in)fedeltà” di Piero Ferrarini, regia di Guido Ferrarini, con Alessandro Fornari, Asia Galeotti, Martina Valentini Marinaz, Aldo Sassi, Andrea Zacheo, lo spettacolo che fa piombare nel più squallido degli ambienti: quello dei segreti di un vecchio produttore cinematografico: Paul Monassier. La scenografia è ricercata e realistica, ci sono effetti speciali che stupiscono e l’utilizzo della tecnologia è nodale in alcuni punti e a pieno servizio della domotica della scena. Un telecomando attiva una serie di funzionalità inaspettate.
L’essere un inguaribile donnaiolo porterà Monassier a essere accusato di molestie sessuali da una giovane attrice, Jolly Roger, che lo ricatta. Nel cercare di contenere lo scandalo si fa consigliare da un nuovo segretario selezionato dalla sua giovane moglie pluri-tradita. Una serie di consigli borderline che porterà a una serie di equivoci e situazioni davvero paradossali.
In scena un mondo sporco, fatto di ricatti, di una squallida realtà in cui non si riesce a capire da quale parte risieda il giusto. Lo spettatore rimane confuso. Una storia che lascia l’amaro in bocca e che lascia spazio a molte domande sulle molestie alle attrici da parte dei produttori. Nonostante il susseguirsi di eventi che reggerebbero una storia movimentata e il fatto che ci siano dialoghi continui, il ritmo complessivo è troppo lento e l’assenza di scene davvero divertenti ha reso la fruizione un po’ piatta.
Luigi Barbetta