“Nulla di vero”, il giallo di Flavia Rampichini
“[…] Circa a metà, saltò fuori un bigliettino di carta bianca a quadretti, piegato in due. Incuriosita, lo aprii, era scritto a penna nera in un corsivo regolare, minuto e ordinato. Leggendolo, per poco non cadevo dalla sedia. Dovevo assolutamente farlo vedere a Simone. […]
“[…] Leggilo di nuovo” intimai, con un tono che non ammetteva repliche. Simone sbuffò, poi lesse ad alta voce: “Allora è deciso, ormai dovrà lasciare questo mondo, e sarò proprio io a gettarlo tra le braccia della Morte. […]”
Vera Bonelli, dottoranda poco convinta e dotata di una spiccata propensione alla menzogna, si trova tra le mani un bigliettino che la porta a ricoprire le vesti di Sherlock Holmes fantasticando sull’ipotesi di un omicidio.
“Qualcuno che frequenta l’istituto ha deciso evidentemente di commettere… un omicidio.”
Chi ha lasciato un’oscura minaccia di morte tra i libri della biblioteca di lettere classiche? L’autrice Flavia Rampichini – bibliotecaria Milanese – in questo breve giallo “Nulla di Vero” (Annulli Editori, Collana NarrAzioni, 2022, pp. 160, euro 12) ambientato all’università, in un covo di dottorandi di lettere classiche, indaga alla ricerca dell’ipotetico assassino del professore Leoni, rinvenuto privo di vita nel suo ufficio: morte per cause naturali, ha diagnosticato il medico.
Davvero un misterioso assassino si aggira per i corridoi dell’Università o è tutto frutto dell’immaginazione di Vera Bonelli? La protagonista, appassionata di scritture fantasy e di fumetti, con il suo carattere curioso e il suo spirito fantasioso conduce le ricerche nell’ambiente universitario svelando un intreccio di personaggi e relazioni tra dottorandi e professori avvolto da menzogna, gelosie e pettegolezzi. Vera riesce, a fare luce sulla misteriosa scomparsa del professore Leoni.
“All’improvviso tutto mi divenne chiaro. La verità era così abbagliante che dovetti appoggiarmi allo stipite della porta per non cadere folgorata.”
Il racconto, suddiviso in 24 capitoli, si presenta con una scrittura semplice e lineare. La caratterizzazione dei personaggi è affascinante. L’empatia di Vera consente di usare un metodo investigativo fantasioso che consiste nel cercare di fare emergere la personalità e l’umanità dei diversi personaggi che si muovono nell’ambiente universitario. Le riflessioni, le fantasie e le menzogne di Vera, oltre a fare sorridere, accompagnano il lettore lungo tutta la narrazione, rendendoci partecipi del suo percorso emotivo nell’affrontare la vita. Il mondo dei fumetti e del fantasy – un chiaro richiamo è rappresentata dalla copertina del libro – ha un ruolo fondamentale e rende la storia originale e spassosa. “Nulla di vero” è consigliato a tutti coloro che amano il giallo con una nota ironica e divertente.
Rina Spitaleri