“Novecento” – Immenso Oceano al Teatro Eliseo
La musica, un ballo e il mare. Eugenio Allegri è al timone, dirige e ci trasporta al largo con questo spettacolo “Novecento” di Alessandro Baricco con la rega di Gabriele Vacis, che sarà in scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 18 aprile.
Un monologo di quasi due ore dove Allegri su quel palcoscenico diventa tutto. Diventa jazz, mare in burrasca, luci di città. È New York ed e l’America vista dalla prua del Virginian. È il mondo visto da un oblò ed è il mondo di chi sulla nave ci arriva dalla terra ferma, insinuandosi nei corpi, sulla pelle e tra le note per rimanere lì, negli occhi di Danny Boodman T. D. Lemon Novecento, che su quella nave ci è nato e ci morirà, per dovere o per scelta. Sono gli anni ’20 e poi ’30 e Novecento vive tra le note di quel pianoforte, su cui è stato abbandonato e su cui scriverà il suo nome e il suo destino. Tutto questo ce lo racconta Tim Tooney, il trombettista che in quei momenti era sul Virginian. Cercare la fine del mondo senza trovarla. Cercare quella linea limite che definisca in noi una sicurezza delimitata e finita che ci dica dove fermarci, dove arrenderci.
Grandioso Eugenio Allegri che ancora, dopo quasi 25 anni di “Novecento”, il pubblico ha applaudito a lungo, seduto e in piedi, sorridente e commosso, in questo inno alla vita e a quell’eternità, paradossalmente circoscritta negli ottantotto tasti di un pianoforte e così amabilmente narrata dalla nota scrittura di Baricco. Grandioso, divertente, commovente. In questa danza continua di mare dove troviamo ad attenderci, su un palcoscenico, solo un piccolo pianoforte, una valigia e un telo. Telo che diventa ora oceano ora musica, vibrante alle modulazioni di vento, di note e sfumature, grazie alla mano di Roberto Tarasco. Un teatro vivo, a ritmo di jazz, da vedere assolutamente.
Marianna Zito