“Non so se avete presente” è il nuovo EP della band romana NDM
Oggi, 13 novembre, esce per Maninalto! Records “Non so se avete presente”, il nuovo EP della band romana NDM, anticipato dal singolo “Indieota” uscito, con il videoclip, lo scorso 9 ottobre. La band è nata nel 2021 ed è formata da Aldo Onori (voce e chitarra elettrica), Giulio Colletti (batteria), Valerio Pistilli (basso), Giulio Scipioni (chitarra). “Non so se avete presente” è il loro secondo lavoro discografico dopo “All’inferno” (2018).
L’EP contiene cinque brani, di rock potente:
“Indieota” primo singolo estratto, è un brano irresistibile nel ritmo e nel riff, il testo è una provocazione riferita agli artisti indie con i loro versi apparentemente profondi, ma privi di senso, così come di convinzioni ben poco radicate o lo “stile da vero trasandato”; il ritornello è uno slogan infuriato: “ora compra il mio nonsense, compratevi il mio nonsense”.
“Elettroshock” secondo singolo, è un manifesto volto a scoprire di più sulle malattie mentali, così che diventa fondamentale capire “che cos’hai nella mente”; la soluzione per rientrare nei ranghi di “normalità” sembra l’elettroshock: “ti darò un elettroshock, torna normale” è il ritornello lento e ammaliante in contrapposizione al ritmo serrato delle strofe.
“Cattiva madre” ha un bel tiro e una bella energia che nelle strofe si quieta tenendo un giro di basso tenebroso e intrigante, un testo sul difficile rapporto che a volte si instaura tra madri e figli e le relative terribili conseguenze sul comportamento degli stessi “cattiva madre la gente parla e tu non vuoi più ascoltarla, non so se ho il coraggio di morire, ma è meglio impazzire che soffrire”.
“Onde danzanti” offre un sapiente mix di stili: inizia con un basso inquietante a tenere il tempo fino all’entrata della batteria a rendere il brano una declamazione a cui poi la chitarra dà il tocco finale. Il testo parla del senso di colpa, della gente: “non so se avete presente chi combatte e muore pure se non ha scelto niente”, con un ritornello cantato come un inno di rivoluzione: “ma che meraviglia la tua maggioranza col senso tra porci ed ignoranza”.
“Giostra” parte lentamente con il basso in primo piano, il testo parla di racconti di vita, ad esempio quella di un padre assente e di ricordi: “serenità che nasconde la paura, la paura di vedermi arrabbiare per un futuro da cui dover scappare”, con la musica che segue diversi stati emotivi, oscillanti tra la calma e l’inquietudine. “È primavera, la giostra non si fermerà” e un finale in crescendo ruggente.
Un inizio davvero col botto.
Roberta Usardi
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